La Nuova Sardegna

Oristano

Nubi cariche di guai sulle serre di S’Arrieddu

di Enrico Carta
Nubi cariche di guai sulle serre di S’Arrieddu

Narbolia, l’Enervitabio rischia il fallimento: la carta del concordato con i creditori Inchiesta della Guardia di finanza e contenzioso con l’erario per evasione fiscale

16 aprile 2017
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NARBOLIA. Grosse nubi rischiano di oscurare il sole di S’Arrieddu. Sull’impianto fotovoltaico incombe una serie di guai che portano in tribunale. Hanno vari nomi questi guai, alcuni molto temibili. La società Enervitabio Santa Reparata cerca di allontanarli da sè, ma la strada per la salvezza passa attraverso il tribunale, angusto cunicolo nel quale cercare un pertugio che porti verso la luce.

Indaga la Finanza. L’alternativa è infatti il fallimento, chiesto da una serie di creditori quasi un anno fa. Intanto sulle serre fotovoltaiche aleggiano vari spettri. Stabilire quale sia il più spaventoso è difficile perché la lotta è serrata: c’è la Guardia di finanza che ha avviato un’inchiesta; c’è l’Erario che ha aperto un contenzioso per presunte operazioni fittizie con società estere che sarebbero state finalizzate all’evasione fiscale; c’è il contenzioso con il Gestore per i Servizi dell’Energia che eroga i famosi contributi per la produzione di quelle alternative; c’è un altro contenzioso sul diritto di superficie per i terreni di S’Arrieddu che si estendono per 65 ettari e su cui hanno trovato dimora le serre fotovoltaiche; c’è la verifica della reale sussistenza delle obbligatorie attività agricole.

Il rischio fallimento. Non è però finita qui, perché poi ci sono i creditori, tutti in fila che battono cassa. È per questo che il caso è già finito in tribunale. A giugno del 2016, in seguito all’istanza di fallimento nata proprio da un debito a sei zeri, l’Enervitabio Santa Reparata ha chiesto l’ammissione alla procedura del concordato pieno con continuità aziendale. È un istituto giuridico nato nel 2015 che serve proprio per evitare il fallimento a quelle aziende che hanno ancora utili e riuscirebbero così a pagare i creditori attraverso un piano di rientro. La gestione imprenditoriale resta in mano a chi già la possiede – per questo si parla di continuità aziendale –, ma con la supervisione obbligatoria di un curatore che viene nominato dal tribunale. Ad essere individuata è stata la dottoressa Agnese Cau.

Il concordato. Naturalmente lo stesso tribunale, nella persona del giudice Gaetano Savona, deve prima accogliere la richiesta di ammissione al concordato pieno con continuità aziendale per la quale serve anche il vincolante parere dei creditori. L’udienza di qualche giorno fa è servita per l’acquisizione di documentazione, a giugno le varie parti si rivedranno in tribunale proprio per capire quale sia il parere di chi deve avere soldi dalla Enervitabio Santa Reparata, la quale dovrà comunque sborsare 800mila euro per le spese dell’intera manovra legale affidata all’avvocato Stefano Bianco.

L’origine del debito. I problemi di stabilità economica nascono alcuni anni fa, quando il Tar blocca le concessioni per il funzionamento del mega impianto fotovoltaico in seguito alla causa intentata dal comitato di cittadini che si opponeva all’iniziativa ritenendola una pura speculazione che avrebbe avuto quale conseguenza solo quella di devastare l’ambiente. Contestualmente al primo pronunciamento dei giudici era arrivato lo stop del Gse ai contributi pubblici per la produzione delle energie alternative. Senza quelli le casse della Enervitabio si erano prosciugate. Più recentemente c’era stata la sentenza del Consiglio di Stato che aveva dato il via libera all’attività dell’impianto.

L’ancora di salvezza. A questo punto per scongiurare il fallimento, serve l’approvazione del piano di rientro da parte del tribunale. Su di esso gravano però le incertezze segnalate dall’attestatore Matteo Panelli chiamato a esaminare la situazione aziendale. Secondo il suo parere, al momento nessuna delle criticità emerse impedisce la prosecuzione della procedura del concordato, ma allo stesso tempo segnala quanto pesanti siano le incognite che gravano sulla Enervitabio Santa Reparata. Società agricola naturalmente, anche se dai frutti della terra, come dice chiaramente la relazione, per ora germogliano perdite. Non ci fosse l’energia, sarebbero guai peggiori.

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