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AGRICOLTURA

Cormorani, le richieste di Coldiretti

Cormorani, le richieste di Coldiretti

ORISTANO. La battaglia degli agricoltori contro gli animali selvatici che danneggiano le colture con la primavera ha un protagonista fisso: la cornacchia. E la Coldiretti rilancia le richieste di un...

19 aprile 2017
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ORISTANO. La battaglia degli agricoltori contro gli animali selvatici che danneggiano le colture con la primavera ha un protagonista fisso: la cornacchia. E la Coldiretti rilancia le richieste di un intervento da parte delle istituzioni. «Con l’avvio delle coltivazioni primaverili ed estive, specie per le ortive, torna nelle campagne l’incubo dei danni causati dalle cornacchie ed in genere da altre specie nocive - si legge in una nota dell’associazione di categoria -. Il rischio di una nuova stagione di perdite appare concreto per tante aziende agricole del territorio perennemente in lotta con una fauna selvatica che mina il lavoro e la produttività dei campi».

Coldiretti ricorda i ritardi di Regione e Provincia nella erogazione degli indennizzi del 2015 e 2016: «Queste problematiche sono state oggetto di più richieste di incontro indirizzate all’assessorato regionale ed alla commissione regionale Ambiente. Richieste, purtroppo, non ancora soddisfatte».

Secondo Coldiretti sono le colture orticole primaverili ed estive e i frutteti le produzioni maggiormente danneggiate dalla cornacchia grigia: «È indispensabile realizzare una statistica sulla presenza delle cornacchie nei territori (oggi inesistente), con due finalità: rilevarne finalmente il numero e agire nella aree maggiormente sotto pressione». Il Piano di controllo elaborato due anni per Coldiretti presentava alcuni evidenti limiti: «il numero complessivo di esemplari contenibili (18.900 unità, 2000 nella provincia di Oristano), sganciato da qualsiasi dato o censimento, di fatto si rivela insufficiente; la equiparazione del contingente tra province non tiene conto del fatto che alcune sono più vocate all’orticoltura e che quindi necessitano di interventi più incisivi; inoltre occorre tener conto che la amministrazioni provinciali non sono più 8 ma 4; infine, la ripartizione delle modalità di contenimento (60 per cento attraverso gabbie, 40 con arma da fuoco) è decisamente troppo sbilanciata verso l’impiego delle gabbie, aspetto valido in una situazione ordinaria ma, non in una emergenziale, quale quella di Oristano».

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