La Nuova Sardegna

Oristano

No al trasferimento il professore vince per la seconda volta

di Michela Cuccu
No al trasferimento il professore vince per la seconda volta

Dopo il giudice del lavoro anche il collegio gli dà ragione La Gilda: «Sono troppi i casi di malagestione della legge 107»

12 maggio 2017
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ORISTANO. Continuerà ad insegnare a Oristano e non sarà costretto, come invece aveva stabilito il Ministero, a prendere la cattedra a Sassari.

Il giudice del Lavoro presso il Tribunale di Oristano, ha infatti accolto il ricorso presentato da un docente che aveva vinto il concorso del 2016 e all’atto della scelta della sede aveva chiesto di essere assegnato alla cattedra di Matematica e fisica presso Istituto Othoca.

Benchè la cattedra risultasse nell’elenco delle disponibilità, al momento della scelta gli era stato comunicato che la sede, pur libera, non poteva essergli assegnata. Così aveva dovuto ripiegare su una sede nelle scuole di Sassari.

Il professore, convinto che gli avessero fatto un torto, si è rivolto al sindacato Gilda e con il patrocinio dell’avvocato Robert Sanna, ha fatto ricorso al Giudice del Lavoro, che gli aveva dato ragione. Ma l'Amministrazione non aveva accettato il verdetto del magistrato e ha presentato reclamo al Collegio, che a sua volta ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del primo giudice.

«Una vittoria per noi – commenta in una nota il sindacato – e soprattutto per il collega che non sarà costretto a dover fare quotidianamente il pendolare verso Sassari».

La responsabile provinciale della Gilda, Gianfranca Frau, sottolinea come questo sia il quarto ricorso accolto dalla magistratura, presentato da docenti che pur avendo diritto di insegnare in provincia di Oristano, erano stati invece trasferiti, come in questo caso, in sedi molto più distanti, «Un risultato positivo che conferma ancora una volta le centinaia di casi di mala gestione conseguenti alla Legge 107 della “buona scuola” che invece di migliorare le cose , che ha dato avvio ad un lungo contenzioso giurisdizionale tutt’ora in corso, visto che l’Amministrazione si è guardata bene dal riconoscere i propri errori in sede di conciliazione – prosegue Frau – Ci chiediamo se il cittadino debba essere costretto a intraprendere la difficile strada dei tribunali, a spendere e ad aspettare mesi per vedersi riconosciuto il buon diritto che era chiaro fin da subito», conclude la sindacalista.

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