La Nuova Sardegna

Oristano

«Le politiche produttive  cuore del programma» 

di Roberto Petretto
«Le politiche produttive  cuore del programma» 

Accuse alla Regione per una politica che ha dimenticato questo territorio «Vogliamo tornare ad essere al centro del dibattito politico e culturale» 

04 giugno 2017
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ORISTANO. Secondo appuntamento con i candidati alla carica di sindaco. L’intervista di oggi è con Patrizia Cadau, sostenuta dalla lista del Movimento 5Stelle.
Il problema della disponibilità economica del Comune: su quali risorse si basa il vostro programma?
«Cuore del nostro programma sono le politiche produttive, il nostro territorio che ha le potenzialità come clima, fertilità, mare. Le politiche produttive portano lavoro. E poi abbiamo, naturalmente, la borgata marina di Torregrande che porta lavoro. Basta un po’ di attenzione, basta svecchiare la marina, basta dare le famose licenze. In Comune ci sono pile di licenze con richieste da parte di ragazzi, imprenditori che ci vogliono provare, che vogliono fare impresa nel nostro territorio, con mille attività che vanno dal supporto alla balneazione sino alla ricettività. Istanze che vengono ignorate. Su questo si può lavorare. Non c’è una politica regionale che la supporti. La politica regionale ha cancellato Oristano dalla cartina geografica. Ha assegnato 851 ettari di terra tramite un bando a canone agevolato per gli under 40. Noi abbiamo come priorità riportare Oristano, che esiste con i suoi 32mila abitanti, al centro del dibattito politico e culturale e, se possibile, della politica nazionale».
La risposta delle richieste che rimarrebbero inevase, ci porta alla questione del personale del Comune. Cosa avete in programma per questo?
«La nostra idea è semplice: rispettare i diritti dei lavoratori, rispettare i contratti. Abbiamo l’umiltà di dire che se entriamo in un posto, in una amministrazione, non bisogna fare la rivoluzione. Noi facciamo una “rivoluzione gentile” che è orientata verso la motivazione quando c’è qualcosa che non va. Non certo ridimensionando, spostando, penalizzando le persone. Perché sono lavoratori che hanno la loro dignità, la loro professionalità, il loro percorso. Quindi sarebbe inutile e inefficace andare a sollevare presunti contrasti con il personale. Si lavorerà meglio sul coinvolgimento di tutti, sul senso di responsabilità di tutti».
Una delle accuse che più di frequente ha colpito la Giunta di Guido Tendas è stata quella della scarsa condivisione. Muovete lo stesso appunto e cosa fareste in caso di vittoria?
«È uno dei punti di forza del movimento. Siamo partiti dicendo: apriremo il palazzo come una scatoletta di tonno. Ora, senza abusare di questa figura, è quello che ci proponiamo di fare, rendendo chiara e trasparente l’attività dell’amministrazione. I percorsi attraverso i quali si arrivano a maturare certe decisioni. E poi chiederemo ai cittadini attraverso gli strumenti di democrazia partecipativa. Anche questa è una rivoluzione culturale perché coinvolgere i cittadini nelle decisioni pubbliche va fatto gradualmente, ma abbiamo bisogno dei cittadini. Avremo un orario per ricevere i cittadini, il sindaco riceverà una, due volte alla settimana, salvo impegni istituzionali. Gli assessori faranno lo stesso».
State offrendo una faccia più morbida, meno spigolosa rispetto a toni passati del movimento?
«Questa spigolosità del movimento in realtà non c’è, è una bufala. L’atteggiamento è sempre stato quello del dialogo. Come dice Di Battista noi dialoghiamo con tutti. Solo che non ci inchiniamo. Il dialogo è fondamentale, con tutte le forze politiche. Non ci sono persone più buone o meno buone: sui punti di vista in comune, sui valori ci si può incontrare anche tra diverse forze politiche. Chiaramente in primo piano ci sarà la lotta alla corruzione, al familismo, al clientelismo allo scambio di poltrone, cose che si vedono anche in questa campagna elettorale, anche fare delle liste o scegliere sindaci una settimana prima della scadenza. Sono cose legali, non sono reato, ma per me e per noi non sono morali. In questo siamo molto spigolosi: non ci sono più privilegi da difendere per nessuno, ma solo i diritti di tutti».
Torniamo al programma. La vostra ricetta per il centro storico?
«Come tutti i centri storici si può rivitalizzare innanzitutto con i mercatini, con strumenti di agevolazione fiscale per chi vuole intraprendere un’attività commerciale. Oppure attività ludiche e ricreative come quelle che vediamo in altre città quando viaggiamo e che ci piace vedere, con una attenzione verso il decoro urbano. Quindi attraverso strumenti normali di riqualificazione che sono statui usati già altrove».
Decoro urbano, cosa avete in mente?
«Noi abbiamo pensato di legare la riqualificazione della città agli istituti scolastici. Abbiamo istituti meravigliosi dove si fa musica e arte. Poi questi talenti vengono dimenticati. Sarebbe interessante, ad esempio, far esibire i tanti ragazzi che vincono corsi e concorsi e che poi vengono ignorati e non hanno spazi. Oppure prendere i talenti che vengono dall’istituto d’arte, affiancarli a grandi maestri e fare dei musei a cielo aperto in quelle parti di Oristano che sono dimenticate. Non è fantascienza, non ci vogliono milioni di euro».
Avete una proposta per l’aeroporto di Fenosu?
«Ci sono tanti interessi abbiamo chi sta seguendo la questione da anni. L’idea specifica naturalmente non c’è perché non siamo nell’amministrazione, perché non abbiamo interagito con le diverse parti. C’è una politica regionale che fa di tutto per dimenticare Oristano. La politica regionale ci ha dimenticato anche sul tema dei trasporti».
Come immagina Oristano tra cinque anni dopo una legislatura a guida Patrizia Cadau?
«Sicuramente, più gioiosa, più produttiva e più colorata».
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