La Nuova Sardegna

Oristano

la protesta 

I detenuti di Massama: «I problemi del carcere»

ORISTANO. Ancora una volta i detenuti del carcere di Massama protestano per le condizioni di vita nella struttura. Lo fanno attraverso una lettera inviata all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”...

06 giugno 2017
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ORISTANO. Ancora una volta i detenuti del carcere di Massama protestano per le condizioni di vita nella struttura. Lo fanno attraverso una lettera inviata all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”. «Anche se strutturalmente di nuovissima generazione, quello di Massama resta ancorato a vecchi metodi educativi che, come ben sappiamo, sono risultati fallimentari - si legge nella lettera -. La situazione all’interno del Penitenziario risulta certamente inadeguata alla costruzione di un uomo veramente nuovo. La lettera è stata inviata anche alle massime autorità istituzionali nazionali e regionali e al Papa. A scriverla è stato un detenuto del quale sono state rese note le iniziali: A. E., ristretto in regime di Alta Sicurezza.
«In questa struttura, la vita si svolge tra la camera di pernottamento e i locali passeggi. In queste condizioni di inettitudine, anche il lavoro e l’impegno di tutta l’équipe di osservazione e trattamento viene vanificato. Il direttore di questo Istituto è “quasi costretto” ad esprimere parere negativo sulle richieste di accesso ai benefici, perché sostanzialmente non conosce nessuno dei 300 reclusi. Non vi sono corsi di formazione al lavoro, non esiste un trattamento individualizzante secondo le aspirazioni e le attitudini di ogni detenuto né un corso di scuola media superiore né universitario. Non esistono attività pedagogiche alla formazione di una coscienza del bene collettivo».
Replica così il direttore Pierluigi Farci: «Abbiamo attivato complessivamente cinque corsi di scuola superiore, oltre alla scuola media di primo grado e a quello dei privatisti con i docenti volontari dell’Istituto di Agraria. L’anno prossimo i corsi saranno addirittura almeno 8 se non nove. Dopo alcuni incontri chiarificatori con i detenuti abbiamo dato la possibilità di svolgere attività ludico sportive nelle salette socialità mettendo a disposizione gli attrezzi. Dalla scorsa settimana è a disposizione il secondo campo di calcetto mentre la palestra verrà aperta al più presto. Il livello di responsabilizzazione dei detenuti invece – ha aggiunto – non è purtroppo sempre garanzia di coerenza. Abbiamo dato totale fiducia per l’impiego dei computer e il risultato è stato deludente. Insomma si ha la sensazione che la protesta sia fine a se stessa».
«L’elenco delle criticità – osserva Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme – riguardano anche il mancato rispetto della territorialità della pena, della continuità trattamentale da una struttura all’altra, il peso della burocrazia interna, le difficoltà di fruire di fotocopie e di utilizzare la palestra. Deficitari anche il servizio postale, con gravi ritardi nella spedizione e consegna di lettere e pacchi, nonché quello sanitario soprattutto relativamente alla distribuzione degli antidolorifici».

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