La Nuova Sardegna

Oristano

Dorascenzi: il territorio si risvegli

di Enrico Carta
Dorascenzi: il territorio si risvegli

L’ex n° 1 della Confindustria oristanese chiama ad una mobilitazione generale

12 settembre 2017
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ORISTANO. La sveglia in genere interrompe i sogni. Questa volta invece suona in un modo singolare per rilanciare quei sogni. Lo sprone è un libro, la voce narrante è quella dell’ex presidente di Confindustria Guido Dorascenzi che, in occasione della presentazione delle sue poesie contenute nella pubblicazione “Terre d’Occidente” che contiene un prezioso album fotografico di Alessandro Orrea, rilancia una vertenza che ha anche la speranza di chiamare in causa il mondo della politica, quello dell’imprenditoria e la società oristanese in genere «ferma dal 2008».

È una chiamata alle armi pacifica, tanto che alla presentazione del volume che avverrà domani sera alle 20.30 saranno invitati diversi sindaci del territorio. Del resto il sottotitolo del libro reca la scritta “Ti invito al viaggio” e il viaggio che oggi si vuole intraprendere è quello di risvegliare gli animi sopiti da tempo. Dopo le recenti parole di politici e sindacati in merito alla crisi che attanaglia l’Oristanese, arriva così la voce dell’imprenditore che oltre a dispensare amore per la sua terra con i versi, non dimentica il suo storico ruolo. «Le poesie cantano la bellezza del territorio – dice Guido Dorascenzi – ma questo non mi distoglie dal ragionare ancora come imprenditore innamorato della sua terra che ne coglie le potenzialità. Abbiamo delle potenzialità inespresse che tutti noi conosciamo dal momento che la nostra è una costa orfana di turismo, dove manca un tessuto di accoglienza e con esso l’indotto».

Ecco perché l’invito per la presentazione è stato esteso ai sindaci del territorio con un intento collaborativo. «Il mio obiettivo è però quello di risvegliare gli animi anche degli imprenditori – prosegue Guido Dorascenzi –. Dove sono questi imprenditori? Ci sono solo appaltatori? Mi chiedo come mai non sentano il dovere o la soddisfazione di restituire al territorio un po’ di quel benessere che da esso hanno ricevuto».

L’invito che arriva anche dalle poesie è quello di lavorare con la fantasia ed è per questo motivo che il primo pensiero va al borgo di Marceddì. «Penso sia il luogo da cui partire per avviare una riqualificazione dei nostri luoghi e aprire la strada allo sviluppo», conclude l’ex presidente degli industriali. E allora la poesia diventa l’invito al viaggio che non si deve fermare ai soli versi. La domanda ora è capire se Oristano saprà accoglierlo non solo a parole o nelle intenzioni, ma guardandosi attorno e facendo perno sulla sua grande bellezza.

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