La Nuova Sardegna

Oristano

La lettera dei veleni a Marrubiu, il parroco: "Mi sacrifico per salvare altri"

di Enrico Carta
La lettera dei veleni a Marrubiu, il parroco: "Mi sacrifico per salvare altri"

Don Cattide tramite i suoi legali spiega di essersi assunto la responsabilità per tutelare il vero colpevole e la Chiesa

17 settembre 2017
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MARRUBIU. Un sacrificio per salvare un’altra anima colpevole. Questo avrebbe fatto don Antonello Cattide, parroco di Marrubiu che il 26 settembre sarà davanti al giudice per patteggiare in qualità di responsabile della lettere anonima calunniosa e diffamatoria divulgata qualche tempo fa con cui si coinvolgevano il sindaco Andrea Santucciu e alcuni componenti della giunta. La saga tra Don Camillo e Peppone in salsa 2.0 continua. Nel romanzo di Guareschi parroco e sindaco si parlavano direttamente anche a muso duro in faccia. Qui la strada intrapresa dai protagonisti primi della vicenda è quella del silenzio e a parlare sono i loro legali.

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La versione del parroco. Il parroco don Antonello Cattide si affida alle parole degli avvocati Antonella Mugheddu e Gianfranco Siuni. «Siamo in assenza di qualsivoglia elemento probatorio – dicono i legali del sacerdote –, atteso che le indagini risultano ancora coperte da segreto istruttorio, con la logica conseguenza che nessuno, neppure le supposte persone offese possono avere avuto contezza delle loro risultanze e, per il vero, con ogni probabilità, non ne potranno avere contezza neanche all’udienza fissata per la definizione del procedimento, nel corso della quale riteniamo non sia ammissibile alcuna costituzione di parte civile».

Poi rincarano la dose parlando di «vaghezza e fumosità delle notizie acquisite che altro non possono definirsi, allo stato, se non voci di popolo. La richiesta di definizione del procedimento con il patteggiamento, ben lungi dal costituire ammissione di responsabilità ed, anzi, pur con la consapevolezza dell’indagato di non avere commesso reato alcuno, è frutto di una scelta di mera opportunità, sia per il delicato ruolo che il parroco ricopre e, quindi, al fine di non esporre, anche a costo di un grande sacrificio personale, la Chiesa a conseguenze inevitabilmente spiacevoli, sia al fine di tutelare altri soggetti che, invece, potrebbero essere coinvolti nella vicenda. Risulta quantomeno azzardato affermare che l’autore dei fatti sia con certezza l’indagato quando, anche in assenza degli atti di indagine, con l’uso del solo buon senso, si sarebbe potuto comprendere che, tutt’al più, le indagini possono avere rivelato il mezzo accessibile a più persone con il quale sono stati redatti gli scritti ma, certamente, non chi ne sia l’autore. Don Cattide si dichiara assolutamente estraneo ai fatti».

La versione del sindaco. La spiegazione del parroco non raffredda però gli animi e trova replica immediata, segnale che la disputa è tutt’altro che sepolta. Anche Andrea Santucciu e gli altri componenti della giunta scelgono di affidarsi alle parole del suo legale Anna Maria Uras: «Chi dice che sia lui il responsabile? Lo dice la procura, lo dicono le carte, lo dicono le dichiarazioni rese dallo stesso don Cattide. Sono dichiarazioni agli atti e noi gli atti, in quanto legali della parte offesa, li conosciamo benissimo e ne siamo in possesso. Possiamo già costituirci parte civile e in ogni caso l’azione risarcitoria sarà fatta nelle sedi opportune nei confronti di colui che, stando agli atti d’inchiesta, risulta essere il responsabile. Siamo addirittura all’assurdo che si paventi un’azione legale contro chi è parte offesa. Questo è del tutto inaccettabile».

Il parroco dice messa. Intanto nel bel mezzo della bufera, ieri pomeriggio, don Antonello Cattide ha celebrato una messa di battesimo motivo per cui non ha svolto la consueta omelia. La curiosità di chi voleva capire se avrebbe fatto cenno alla vicenda dall’altare è quindi rimandata alle varie messe di oggi.
 

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