La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, una famiglia alla disperata ricerca di un’abitazione

di Alessandro Farina
Bosa, una famiglia alla disperata ricerca di un’abitazione

Dopo mesi di tentativi la sistemazione è sempre precaria A novembre un nuovo sfratto: il Comune cerca soluzioni

24 settembre 2017
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BOSA. Sette mesi fa avevano dovuto lasciare l’appartamento ai piani alti di un edificio di via Muraglia Vecchia, dove erano intervenuti i Vigili del fuoco dopo una violenta tempesta di vento che aveva divelto una parte del tetto. Era seguita un’ordinanza di sgombero del sindaco per alcuni solai pericolanti, che obbligava i proprietari dello stabile a intervenire per i lavori di messa in sicurezza dell’edificio. Da allora la ricerca di un appartamento dove abitare per Alfonso Caddeo, la moglie Maria ed il figlio trentunenne Gianfranco, che soffre di una patologia cardiaca, è diventata un inferno. «Da tempo viviamo in un locale di fortuna, privo dei servizi essenziali. Più volte ci siamo rivolti alle istituzioni ma ogni appello è stato vano, con un’altra scadenza alle porte» spiega Alfonso Caddeo. Perché anche dalla sistemazione attuale, seppur precaria, la famiglia di Bosa dovrà presto andare via. «I proprietari mi hanno già detto che a novembre devono effettuare dei lavori e quindi dobbiamo lasciare anche questa sistemazione», spiegano. La famiglia è messa ora alle strette anche dalla stagione autunnale alle porte e, forse, anche da quella invernale. «Sinceramente non sappiamo più cosa fare. Nei giorni scorsi ho interpellato nuovamente l’assessore Salvatore Fois, ma per ora non emerge alcuna soluzione possibile». Nell’era della doverosa accoglienza ai migranti, con l’Europa che destina cifre consistenti per cercare di venire incontro alle esigenze di migliaia di disperati in arrivo dalle aree povere ai confini col vecchio continente, in un ordinamento dove lo Stato sociale è uno dei principi basilari della convivenza civile, per Alfonso, Maria e Gianfranco Caddeo il tempo sembra essersi fermato ad epoche del passato sicuramente meno inclini all’attenzione per i più deboli. «In questi mesi abbiamo fatto il possibile, ma la soluzione non è semplice. Non ci sono abitazioni Area disponibili, l’amministrazione non ha case, le ricerche di un appartamento in affitto si sono rivelate vane. Stiamo valutando ora un’altra strada, ma non so fino a quanto percorribile in tempi strettissimi per via di questioni burocratiche ancora da verificare», afferma l’assessore comunale alle Politiche sociali. «Per qualche settimana, possiamo usufruire di una sistemazione che se pure non offra alla nostra famiglia la possibilità di avere luce e acqua quantomeno ci permette di avere un posto dove andare a dormire la notte, anche perché per tutto il resto ci arrangiamo e ci sono persone che ci vengono incontro. Da novembre saremo punto e a capo. È una situazione assurda, che ci mette alla prova tutti i giorni», le drammatiche considerazioni di Alfonso Caddeo. Con la famiglia che, alla luce delle difficoltà delle istituzioni a trovare una possibile soluzione, spera ora oggettivamente almeno in un miracolo.

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