l’assalto alla villa di abbamala
Bosa, ai raggi x i telefonini dei due rapinatori mancati
di Enrico Carta
BOSA. Non bastano gli elementi sin qui raccolti e la flagranza del reato. Sulla rapina fallita alla casa di Abbamala gli inquirenti cercano ulteriori prove a carico dei due ragazzi arrestati...
31 ottobre 2017
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BOSA. Non bastano gli elementi sin qui raccolti e la flagranza del reato. Sulla rapina fallita alla casa di Abbamala gli inquirenti cercano ulteriori prove a carico dei due ragazzi arrestati immediatamente dopo il colpo mancato a casa dei coniugi Domenico Luciano e Maria Teresa Sanna. Ieri, su richiesta del pubblico ministero, la procura ha affidato l’incarico a un perito affinché svolga il più classico degli accertamenti tecnici irripetibili ovvero l’esame dei telefonini di Manolo Colomo, 19 anni di Dualchi, e Andrea Bulla, 20 anni di Bono.
I due erano finiti in carcere nelle concitate ore seguite all’assalto alla villetta. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri erano arrivati assieme convinti forse di poter mettere a segno un furto senza troppi problemi. Probabilmente non pensavano di trovare in casa la proprietaria che, invece, notati i due banditi armati con una pistola, si era barricata in una stanza e aveva iniziato a urlare chiedendo aiuto. Un passante aveva udito le grida e allertato le forze dell’ordine che avevano così fatto scattare la caccia all’uomo conclusa con l’arresto dei due amici, i quali, durante la fuga, avevano cercato di disfarsi delle armi che avevano portato con sé.
Fermati, erano poi finiti in carcere dove sono rinchiusi da quasi tre settimane. Intanto il lavoro della procura si fa più intenso tanto che ora si andrà a cercare di carpire i segreti custoditi nei telefonini di Manolo Colomo e Andrea Bulla – i due sono assistiti dall’avvocato Lorenzo Soro –. Il perito sarà chiamato a ricostruire i loro spostamenti prima di arrivare sul luogo della rapina e a individuare eventuali contatti tra di loro o con altre persone. Da questi ultimi potrebbe anche saltar fuori il collegamento con un terzo complice, magari quello stesso di cui si era parlato nelle ore immediatamente successive all’arresto quando ancora si vociferava del fermo di tre e non di due persone.
I due erano finiti in carcere nelle concitate ore seguite all’assalto alla villetta. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri erano arrivati assieme convinti forse di poter mettere a segno un furto senza troppi problemi. Probabilmente non pensavano di trovare in casa la proprietaria che, invece, notati i due banditi armati con una pistola, si era barricata in una stanza e aveva iniziato a urlare chiedendo aiuto. Un passante aveva udito le grida e allertato le forze dell’ordine che avevano così fatto scattare la caccia all’uomo conclusa con l’arresto dei due amici, i quali, durante la fuga, avevano cercato di disfarsi delle armi che avevano portato con sé.
Fermati, erano poi finiti in carcere dove sono rinchiusi da quasi tre settimane. Intanto il lavoro della procura si fa più intenso tanto che ora si andrà a cercare di carpire i segreti custoditi nei telefonini di Manolo Colomo e Andrea Bulla – i due sono assistiti dall’avvocato Lorenzo Soro –. Il perito sarà chiamato a ricostruire i loro spostamenti prima di arrivare sul luogo della rapina e a individuare eventuali contatti tra di loro o con altre persone. Da questi ultimi potrebbe anche saltar fuori il collegamento con un terzo complice, magari quello stesso di cui si era parlato nelle ore immediatamente successive all’arresto quando ancora si vociferava del fermo di tre e non di due persone.