La Nuova Sardegna

Oristano

LA SCOPERTA 

Spunta anche la shaboo, metanfetamina a prezzi bassi

Spunta anche la shaboo, metanfetamina a prezzi bassi

ORISTANO. Il rinvenimento delle fiale di shaboo un unicum nell’isola, è stato rimarcato dal capitano Francesco Giola, che il merito lo ha anche attribuito al cane del Gruppo cinofili di Abbasanta: il...

15 novembre 2017
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ORISTANO. Il rinvenimento delle fiale di shaboo un unicum nell’isola, è stato rimarcato dal capitano Francesco Giola, che il merito lo ha anche attribuito al cane del Gruppo cinofili di Abbasanta: il cane ha fiutato la droga a Masullas. In precedenza, in Sardegna, lo shaboo si era visto pochissimo, e sempre d’importazione, da parte di cittadini filippini. È una droga tremenda, il cui utilizzo modifica anche i tratti somatici degli assuntori. «Ogni grammo vale una cifra tra i 150 e 500 euro. Con un grammo si fanno 20-24 dosi. Ha effetti simili alla cocaina, ma costa molto meno», hanno ricordato Giola e il colonnello Luciano Paganuzzi. «Il fatto che il prezzo di questa droga sia più abbordabile significa che un maggior numero di persone può accedervi, anche i giovani», ha precisato il procuratore Ezio Domenico Basso. Il magistrato ha apprezzato la linea di contrasto agli stupefacenti condotta dal Comando provinciale dei carabinieri, in un’area dove, nonostante il buon livello di vita e il basso indice di delinquenza, lo spaccio della droga risulta essere un terreno fertile. Nell’ultimo anno, in provincia di Oristano i carabinieri hanno arrestato 32 persone, denunciato 90, e sequestrato 170 chili di stupefacenti. «L’ordinanza del Gip è lunga 200 pagine. Siamo soddisfatti perché le richieste della Procura sono state accolte integralmente. Questo significa che è un lavoro fatto con professionalità e serietà», ha sottolineato Basso.

L’Operazione Melograno, ha detto il capitano Giola, si fonda su una lunga indagine avviata con metodi tradizionali: appostamenti, pedinamenti. «Spacciavano in pieno centro, la droga veniva nascosta anche nei tappi dei serbatoi delle auto». Solo dopo sono arrivate le intercettazioni e le videocamere. E il “Melograno” del nome, è l’albero sul quale i carabinieri si erano appostati per i primi controlli all’ovile di Dessì. La chioma li nascondeva alla vista. Gli arrestati, ignari, scambiavano droga e denaro.(si.se.)

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