La Nuova Sardegna

Oristano

Zero euro: il Bonus art fallisce

di Davide Pinna

Nessun contributo dai privati per Torre di San Cristoforo, Portixedda e Cimitero di San Pietro

11 dicembre 2017
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ORISTANO. L’Art Bonus, la misura che prevede ingenti sgravi fiscali per i privati che facciano elargizioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, è stato un successo, secondo il ministro Franceschini: più di 200 milioni di euro raccolti in tre anni. Oristano, che partecipava con la Torre di San Cristoforo, Portixedda e il Cimitero di San Pietro, tuttavia a questo successo non ha preso parte: la somma raccolta è stata di zero euro. Oristano è in buona compagnia: in Sardegna la quasi totalità delle donazioni se lo spartiscono l’ente concerti MariaLisa De Carolis, cioè il gestore del Teatro Verdi di Sassari, con 900 mila euro e la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari con 375 mila euro. 4 mila euro circa sono stati donati per il restauro del Pozzo Sella nella miniera di Monteponi a Iglesias e 350 euro al Cimitero monumentale di Iglesias. Tutti gli altri progetti sono rimasti a secco.

Nelle scorse settimane è montata la polemica per via dell'enorme divario tra nord e sud Italia: dei 200 milioni di euro raccolti, solo il 2 per cento è finito nelle regioni meridionali. Nessun problema, si potrebbe dire, evidentemente al sud ci sono pochi mecenati, è questo è vero. La polemica però si è concentrata sul fatto che gli sgravi fiscali comporteranno un mancato introito che ricadrà sulla fiscalità generale, e quindi sui cittadini italiani tutti, settentrionali e meridionali. La Sardegna in realtà non se la passa così male, tra le regioni del Sud è quella che ha ricevuto più soldi, anche più della Campania, con 1 milione e 279 mila euro: il fatto, come già detto, è che 1 milione e 275 mila euro se li spartiscono i due teatri di Cagliari e Sassari.

Le regioni che hanno ricevuto più elargizioni sono la Toscana, l'Emilia Romagna, il Piemonte, la Lombardia e il Veneto: regioni in cui il sistema bancario è fortemente sviluppato.

Purtroppo è impossibile collegare attraverso il sito dedicato del ministero i nomi dei mecenati all’intervento finanziato, ma fra coloro che hanno donato più di 100 mila euro – perlopiù fondazioni bancarie – sembrano esserci solo due soggetti sardi, la Fondazione di Sardegna e Progetto Esmeralda srl, proprietaria del Forte Village di Pula, entrambi ringraziati dalla Fondazione del Lirico di Cagliari sul proprio sito per le donazioni erogate attraverso l’Art Bonus.

Oristano resta a secco dunque; Giuseppina Uda, vicesindaco della scorsa giunta Tendas e proponente dell’Art Bonus a Oristano, crede che sia stato il meccanismo stesso a scoraggiare i privati: «Per i defibrillatori abbiamo avuto un ottimo risultato, in quel caso però i privati acquistavano il bene e lo donavano all’amministrazione; nell'Art Bonus invece si tratta di donare denaro e affidarlo nelle mani pubbliche: il privato non può agire direttamente e per questo è comprensibile ci sia stata una maggiore diffidenza. Inoltre – aggiunge – le aziende possono accedere a sgravi della stessa entità anche attraverso altre misure. Per i beni culturali si potrebbe pensare a implementare forme di sponsorizzazione, che attualmente sono scoraggiate dalla legislazione».

Massimiliano Sanna, attuale vicesindaco e assessore alla cultura, sottolinea come, anche se l’Art Bonus non ha funzionato «i soldi per la torre di Mariano stanno per essere stanziati ufficialmente e l'intervento a Portixedda è stato realizzato attraverso il cantiere comunale». In ogni caso il progetto non verrà abbandonato: «L'intervento sulle tombe monumentali del cimitero di San Pietro è importante, perciò cercheremo di pubblicizzare ancora il bonus, magari inserendo nuovi interventi. Lo sgravio fiscale è significativo, ma forse non tutti avevano capito bene il meccanismo».

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