La Nuova Sardegna

Oristano

cabras 

Reperti trafugati? Due dal giudice

Sotto accusa per il possesso di una serie di monete e vasellame

12 dicembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Monete, cocci di vasellame, altri piccoli reperti archeologici. Una collezione che per gli esperti vale circa diecimila euro, ma quell’insieme di antichità ha un problema: non era nel luogo in cui sarebbe dovuto essere. La ritrovarono i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio in casa del collaboratore della Soprintendenza, Sebastiano Demurtas che ora siede sul banco degli imputati. I militari arrivano sin lì dopo che il secondo imputato, il cabrarese Giovanni Pinna, si presentò negli uffici del Comune lagunare per consegnare una serie di reperti chiedendo il premio per il loro rinvenimento che spetta per legge. Quella consegna però insospettì e così furono portati avanti gli accertamenti a casa di entrambi. Saltarono quindi fuori numerose monete e altri frammenti archeologici per i quali i due finirono sotto inchiesta e ora sotto processo. Ad accusarli di furto o in alternativa di ricettazione è il pubblico ministero Daniela Caddeo.

I fatti risalgono al 2008. Di fronte al giudice Maurizio Lubrano, i testimoni hanno spiegato come rinvennero i reperti che, per quanto molte delle monete di età romana fossero in cattivo stato o addirittura dei falsi, avevano un valore di circa diecimila euro.

Gli avvocati Giuseppe Motzo e Marcello Sequi hanno messo in rilievo come una serie di ricevute e fatture attestasse l’acquisto on line di parte dei reperti e come Sebastiano Demurtas partecipasse costantemente a campagne di scavo in qualità di collaboratore proprio con la Soprintendenza. La prossima udienza si svolgerà il 19 febbraio. (e.c.)

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative