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Con i fuochi di Sant’Antonio si apre la porta al carnevale

Con i fuochi di Sant’Antonio si apre la porta al carnevale

BOSA. Il grande falò allestito dall’associazione Sant’Antonio Abate, guidata dal presidente Ignazio Arzu, è stato acceso ieri pomeriggio sulla riva sinistra del fiume Temo, dopo giorni di intensa...

17 gennaio 2018
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BOSA. Il grande falò allestito dall’associazione Sant’Antonio Abate, guidata dal presidente Ignazio Arzu, è stato acceso ieri pomeriggio sulla riva sinistra del fiume Temo, dopo giorni di intensa preparazione. È questa una delle particolarità inimitabili di questa festa certamente sentita in diversi centri della Sardegna, e di sicuro a Bosa. Dove, tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600, venne edificato a due passi dal fiume, sulla sponda sinistra, lo splendido tempio dedicato proprio a Sant'Antonio Abate, dalla facciata in conci di trachite rossa ulteriormente abbellita da un grande rosone ed un pregevole portale. Chiesa, purtroppo, chiusa al culto da diversi anni per motivi di sicurezza.

La pira votiva, allestita nello scalo di alaggio a ridosso del ponte vecchio, è stata benedetta ieri pomeriggio dal parroco della Cattedrale don Franco Oggianu. Attorno al fuoco i fedeli ruotano, pregando, tre volte in senso orario e tre antiorario, per scongiurare possibili mal di pancia nel corso dell’anno. La sera tra il 16 ed il 17 gennaio apre le porte al divertimento. Compaiono infatti dall’imbrunire in riva al Temo le prime maschere con il volto tinto dalla fuliggine, il preludio ai lunghi giorni del peculiare Carnevale di Bosa. Attorno alle ceneri di Sant’Antonio sacro e profano insomma si fondono, e quindi non stupisce che da tempo l’Associazione Sant’Antonio Abate e quella Karrasegare ‘Osincu, il sodalizio che cura la promozione della kermesse satirica, collaborino attivamente.

Offre poi un colpo d’occhio paesaggistico unico, inimitabile, di grande suggestione lo scenario sul fiume: con le lingue di fuoco della pira dedicata a Sant’Antonio che si riflettono sull’acqua del fiume, con sfondo i palazzi settecenteschi del Lungotemo, il quartiere medievale ed in cima al colle di Serravalle il castello che dal 1200 vigila sulla Bosa Nova. La festa continua oggi con dalle 16 la recita dei vespri, la processione e, intorno alle 16.30 la messa solenne in Cattedrale. In attesa che si riesca a trovare i fondi perché la storica chiesa possa finalmente riaprire battenti. Per ospitare i tanti fedeli che frequentano le celebrazioni in onore dell’abate che, racconta la tradizione, riuscì a rubare il fuoco al diavolo per riportarlo agli uomini, sulla terra. (al.fa.)

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