Scommesse gestite da Cosa nostra, sigilli a un’agenzia di Oristano
di Simonetta Selloni
È tra le quaranta sequestrate in tutta Italia nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo
02 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA
ORISTANO. C’è anche un’agenzia di scommesse a Oristano, tra le quaranta sequestrate in tutta Italia nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e condotta dal Servizio centrale operativo della Polizia e dalla Squadra mobile della questura di Palermo. L’agenzia è la “B2875”, in vico Angioy, e ieri mattina gli agenti della Squadra mobile hanno apposto i sigilli. Ma va subito detto che l’agenzia è stata sequestrata perché evidentemente ritenuta uno degli ingranaggi nell’ambito del meccanismo illecito messo in luce dall’inchiesta, senza però che alcuna accusa sia stata mossa al gestore, che infatti non è nemmeno stato denunciato. Tutte le sale di scommesse poste sotto sequestro vengono identificate con la sigla “B2875”, riferita all’impero messo in piedi da Benedetto Antonio “Ninì” Bacchi, 46 anni, di Partinico (Palermo): a lui si riconducono circa 700 agenzie di scommesse abusive. E non è un caso che l’intera operazione sia finita sotto il nome di “Game over”: fine del gioco.
In questo contesto, le persone finite in carcere sono 31. Le accuse vanno dall’ associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato e traffico di stupefacenti. Il ruolo delle agenzie sarebbe stato quello di “lavare”, ossia riciclare il denaro sporco proveniente da traffici illeciti. Sotto chiave sono finite anche 9 società (8 nel settore del gioco. Un vero e proprio impero coordinato dalla mafia che avrebbe di fatto appaltato la gestione degli affari in questo campo a Bacchi. E che affari: l’ordine dei profitti complessivi è stato calcolato in circa un milione di euro. Ma nulla di tutto ciò veniva, ovviamente, denunciato al fisco; tanto è che alla mente dell’operazione viene contestata una colossale evasione fiscale.
Nell’isola sono state poste sotto sequestro alcune altre agenzie nel cagliaritano. Ma si tratterebbe di propaggini incidentali rispetto al cuore dell’inchiesta, che rimane a Palermo. Soltanto nei prossimi giorni si capirà cosa, del mare di denaro passato attraverso agenzie e slot, sia stato effettivamente “lavato” nell’isola.(si.se.)
In questo contesto, le persone finite in carcere sono 31. Le accuse vanno dall’ associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato e traffico di stupefacenti. Il ruolo delle agenzie sarebbe stato quello di “lavare”, ossia riciclare il denaro sporco proveniente da traffici illeciti. Sotto chiave sono finite anche 9 società (8 nel settore del gioco. Un vero e proprio impero coordinato dalla mafia che avrebbe di fatto appaltato la gestione degli affari in questo campo a Bacchi. E che affari: l’ordine dei profitti complessivi è stato calcolato in circa un milione di euro. Ma nulla di tutto ciò veniva, ovviamente, denunciato al fisco; tanto è che alla mente dell’operazione viene contestata una colossale evasione fiscale.
Nell’isola sono state poste sotto sequestro alcune altre agenzie nel cagliaritano. Ma si tratterebbe di propaggini incidentali rispetto al cuore dell’inchiesta, che rimane a Palermo. Soltanto nei prossimi giorni si capirà cosa, del mare di denaro passato attraverso agenzie e slot, sia stato effettivamente “lavato” nell’isola.(si.se.)