La Nuova Sardegna

Oristano

bosa 

Il senso di Janus per la bici: tour mondiale a 81 anni

Il senso di Janus per la bici: tour mondiale a 81 anni

BOSA. Da un mese in Sardegna, tappa italiana del giro del mondo in bicicletta avviato il promo gennaio del 2000 da Roma, Janus River lascia la provincia di Sassari per tuffarsi in quella di Oristano,...

07 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





BOSA. Da un mese in Sardegna, tappa italiana del giro del mondo in bicicletta avviato il promo gennaio del 2000 da Roma, Janus River lascia la provincia di Sassari per tuffarsi in quella di Oristano, con prima tappa la città del Temo ad accoglierlo a braccia aperte. Classe 1936, da diciassette anni in sella alla sua fidata due ruote, Janus ha già vissuto mille avventure in America, Sudamerica e Africa, con all’attivo 405mila chilometri di percorso, fino ad ora. Perché di strada l’intraprendente e simpatico ottantunenne nato da madre siberiana e padre polacco, con esperienza nel mondo della tv e dello sport, come procuratore di calciatori, in Italia per tanti anni, dovrà ancora farne tanta. Prima di tagliare il traguardo previsto nella capitale della Cina, Pechino, nel 2028, quando avrà novantuno anni. Questo l’obiettivo finale di una avventura iniziata a 75 anni come una sfida: fare il giro del mondo in bicicletta vivendo con appena tre euro al giorno. Questo e non solo il segno del primato che Janus River, sbarcato al porto di Olbia a dicembre in Sardegna, dove si tratterrà per altri due mesi, vuole lasciare ai posteri. Ieri mattina intorno alle 9.30 a riceverlo in Comune il sindaco Luigi Mastino e la vice Maura Cossu. Da qui alle scuole dell’infanzia, elementari e medie per l’incontro con i bambini il passo è stato breve. Quindi verso le 11.30 l’abbraccio dei ragazzi dell’Istituto di istruzione superiore Pischedda nell’aula magna del Liceo Classico e Scientifico di via Gramsci. «Non le manca casa sua?», chiede una ragazza quando arriva il momento delle domande. «No, per niente», risponde Janus, che descrive la sua giornata tipo, in Sardegna come nel resto del mondo. «Faccio colazione con un cappuccino e un bombolone. A pranzo un bel piatto di pasta e un’insalata. A cena mezzo chilo di frutta. Poi capita che le persone ospitali mi invitino a pranzo o cena, oppure in albergo o in un agriturismo per dormire. Comunque anche in questi casi, come all’aperto, metto a terra il materassino e mi infilo dentro il sacco a pelo», racconta ai ragazzi. (al.fa.)

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative