La Nuova Sardegna

Oristano

Il Paradiso dello shopping fa due milioni di evasione

di Enrico Carta
Il Paradiso dello shopping fa due milioni di evasione

Reati fiscali: condannata a due anni e mezzo l’amministratrice della società Spostamenti di soldi dal conto cassa al conto fornitori e scontrini non registrati

14 marzo 2018
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ORISTANO. Il Paradiso dello Shopping si trasforma nel regno dell’evasione fiscale. Un’ispezione dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate aveva infatti smascherato le trame nemmeno troppo ingegnose di chi gestisce la società che, tra gli altri, si occupa del grande negozio di via Cagliari alle porte della città. Sulla base di quegli accertamenti e del processo che da essi è scaturito, nei giorni scorsi, è arrivata la condanna a due anni e sei mesi per la giovane imprenditrice di origine cinese Jingjing Wang.

La decisione è del giudice monocratico Francesco Mameli che ha accolto, eccezion fatta per l’entità della pena, le richieste del pubblico ministero Daniela Muntoni che di anni di condanna ne aveva addirittura sollecitato quattro dopo aver ricostruito, passo dopo passo, cosa fosse accaduto nei due anni di conti incriminati all’interno della società di cui Jingjing Wang era amministratrice. L’evasione si sarebbe ripetuta nel 2013 e nel 2014. Dal bilancio del 2013 sarebbero stati fatti transitare nel conto cassa 517mila euro. Quei soldi facevano però parte di un’errata assegnazione proveniente dal conto fornitori e non dal conto cassa. Questa mossa permetteva di far risultare attivo proprio quest’ultimo che invece sarebbe stato in negativo per 556mila euro. Questi soldi sono poi spariti dal conto cassa finale e quindi tutto quel contante è probabilmente finito in canali esterni a quelli societari. Sempre nel 2013 l’amministratrice avrebbe indicato nella dichiarazione finale attivi inferiori rispetto a quelli effettivi facendo registrare un’evasione dell’Ires per 546mila euro e dell’Iva per 426mila euro. Un discorso simile vale per l’anno successivo. Nel 2014, nonostante la vendita di merci per 908mila euro, erano stati registrati incassi per appena 478mila euro, aggiungendo a ciò nuovamente un’evasione dell’Ires per 525mila euro e dell’Iva per 420mila euro. Ciò sarebbe stato possibile facendo sparire gli scontrini fiscali: questi venivano regolarmente rilasciati ai clienti, ma non venivano poi inseriti nelle scritture contabili da dove risultava quindi un incasso nettamente inferiore a quello reale che invece è stato rilevato dall’ispezione.

Il totale dell’evasione fiscale supera quindi i due milioni di euro che lo Stato sta cercando di recuperare attraverso una causa civile, ma non è improbabile che, al momento della pubblicazione delle motivazioni della sentenza, il giudice decida di chiedere anche la confisca preventiva di parte dei beni di proprietà del Paradiso dello Shopping, società che non potrà più essere guidata dalla sua giovane amministratrice. Per lei, nonostante gli avvocati difensori Franco Latti e Luca Manconi avessero chiesto l’assoluzione, è arrivata anche l’interdizione per un anno.

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