La Nuova Sardegna

Oristano

Sigilli ai contatori, aziende agricole nei guai ad Arborea

di Davide Pinna

Il consorzio di Bonifica vuole regolarizzare i consumi «Perché gli allacci, fatti dal Consorzio, dobbiamo rifarli noi?»

26 maggio 2018
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ARBOREA. Nei campi si vedono ancora i segni delle recenti piogge, talmente forti da aver portato anche qualche danno alle colture. L'azienda agricola le Agavi, ad Arborea, è specializzata nell'orticoltura e l'acqua è una risorsa fondamentale. Quella che viene dal cielo ha fatto danni è vero, ma il problema più grosso in questo momento riguarda gli impianti di irrigazione. «Ai primi di aprile – racconta il titolare, Antonio Orrù – sono venuti degli operai del Consorzio di Bonifica e hanno staccato i tubi che collegano l'impianto di irrigazione alle vasche e messo i sigilli ai contatori». Niente più acqua per irrigare i campi quindi, anche se proprio grazie alle piogge è stato possibile limitare i danni. Ora però sembra proprio che la stagione secca si sia decisa ad iniziare e la situazione inizia a diventare critica. «All’origine della scelta – spiega Orrù – c'è la volontà del Consorzio di contabilizzare tutta l’acqua impiegata nei campi». Per raggiungere lo scopo è necessario spostare alcuni allacci dai pozzetti dell'acqua ai tubi sui quali sono installati i contatori e fin qui niente di strano, ma il Consorzio chiede che i lavori vengano svolti dagli agricoltori stessi. Le aziende coinvolte sono quelle del lotto Nord. Orrù ha sei vasche e il preventivo che ha ricevuto per ogni singolo intervento è di 945 euro senza l'Iva, il che significa il conto per il singolo agricoltore può arrivare a raggiungere i quattro zeri e per l'intero settore agricolo di Arborea centinaia di migliaia di euro. Qualcuno a quanto pare ha già iniziato a fare i lavori, mentre altri agricoltori aspettano anche se ormai il tempo stringe e il rischio è quello di perdere tutti gli investimenti in sementi fatti in previsione delle semine primaverili ed estive, altri ancora hanno iniziato a organizzarsi per far valere le loro ragioni, Quello di Antonio Orrù non è un semplice rifiuto però, perché l'agricoltore spiega con sicurezza le sue motivazioni. «Intanto le vasche non sono nostre, il terreno in cui sorgono venne espropriato dal Consorzio quindi non capiamo perché dovremmo intervenire noi. Ma soprattutto i contatori attualmente presenti sono stati installati dal consorzio appena due anni e mezzo fa. Ora ci chiedono di metterne altri perché il posizionamento di quei contatori non consente la contabilizzazione di tutta l'acqua, dal momento che alcuni allacci sono situati a monte rispetto al contatore, ma se c'è stato un errore nel progetto appena due anni fa, perché dobbiamo pagarne noi le conseguenze?». La situazione finanziaria del Consorzio è disastrosa ed è per questo che la sua gestione è commissariata da anni. Attualmente il commissario è Andrea Abis, anche lui sicuro delle ragioni del Consorzio. «Non posso rispondere di eventuali errori commessi in passato. Le disposizioni generali sono semplici – spiega – vogliamo regolarizzare e legalizzare la situazione dei consumi. Non c'è molto margine, perché nel passato ci sono state troppo irregolarità». Per quanto riguarda le cifre previste per la spesa Abis sottolinea «che dovrebbe esserci dei preventivi più bassi sul mercato. In ogni caso con il meccanismo della bolletta a consumo che potremo introdurre con questi interventi, la maggior parte degli agricoltori risparmierà e potrà rientrare delle spese».

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