La Nuova Sardegna

Oristano

Giganti di Monte Prama: “Riportiamoli a casa”, ora c’è un movimento

di Piero Marongiu
Giganti di Monte Prama: “Riportiamoli a casa”, ora c’è un movimento

Cabras, un gruppo spontaneo chiede il rientro delle statue in laguna. E si muove l’Unione del Sinis

20 novembre 2018
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CABRAS. Sono pronti a mobilitare la piazza e a portarla a Cagliari, dove intendono organizzare dei sit-in davanti alla Regione, se le statue di Mont‘e Prama presenti nel Museo cagliaritano non rientreranno a Cabras. Graziella Pinna e Efisio Trincas, portavoce di un movimento spontaneo che vuole le statue nel Museo Civico cabrarese, sono determinati a portare le richieste della gente nelle sedi adeguate. «Cagliari sentirà le nostre voci - dicono Pinna e Trincas - e non saranno solo quelle dei cabraresi». Poi fanno una precisazione: «Che nessuno pensi che qualcuno vuole strumentalizzare politicamente il malcontento che cresce intorno alla vicenda delle statue. Il nostro obiettivo è quello di far tornare le statue a Cabras e rivedere i contenuti del protocollo d’intesa firmato dall’allora sindaco Cristiano Carrus, l’ex ministro dei beni culturali Dario Franceschini e il governatore della Regione Francesco Pigliaru. Un documento che sulla collocazione delle statue si presta a interpretazioni differenti». Da quel protocollo sarebbe dovuta nascere la Fondazione (composta dal Comune di Cabras, il Ministero dei beni Culturali e la Regione) per la tutela dei siti archeologici presenti nel territorio cabrarese. Da quella firma è trascorso un anno e mezza ma, a tutt’oggi, il Mibac non ha perfezionato gli atti di sua competenza, quindi, al momento, la Fondazione non esiste. Le statue ospitate nel Museo cagliaritano sono 19, e non tre, come era stato stabilito nell’intesa tra Mibac, Regione e Comune di Cabras nel 2011. «Con parte delle statue in un sito diverso da quello in cui esse devono stare - dice Graziella Pinna - è come se si avesse un corpo smembrato. Riunirle significherebbe creare un’area museale in grado non solo di attrarre visitatori ma anche di creare lavoro, quindi un futuro per i nostri figli». «Penso all’esercito di terracotta di Xi’an, e non mi pare che i cinesi le abbiano sparse in più città - interviene Efisio Trincas -. Quando iniziarono i lavori di restauro delle statue, a Li Punti, avevamo predisposto un progetto perché una volta ultimato il loro recupero rientrassero tutte a Cabras. Prevedeva anche la creazione di un museo a cielo aperto, dove avremmo sistemato, le copie delle statue ricostruendo così il sito come doveva essere in origine». Luigi Tedeschi, a nome dell’Unione dei Comuni del Sinis, di cui è presidente, dice: «Siamo pronti a fare una battaglia politica perché le statue siano riportate a Cabras».

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