La Nuova Sardegna

Oristano

I Giganti in balìa delle intese

di Simonetta Selloni
I Giganti in balìa delle intese

Cabras, almeno tre accordi disciplinano la valorizzazione del corpus scultoreo e la sua destinazione

25 novembre 2018
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CABRAS. La stratificazione degli accordi che riguardano la valorizzazione del sito archeologico di Mont ’e Prama e la valorizzazione del complesso scultoreo delle statue ha una cronologia precisa. Imprescindibile ora che sono diventati alti i toni sulla destinazione dei Giganti e sul conseguente sviluppo che il territorio sta progettando attorno alla loro riunificazione in laguna. A far salire i decibel, le affermazioni della direttrice del Polo museale della Sardegna Giovanna Damiani, sulla destinazione del corpus al Museo Nazionale archeologico di Cagliari. E, in ordine, la netta opposizione a questa ipotesi da parte degli amministratori locali, al fianco dei quali si è schierato il presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru: giovedì, al Museo Marongiu di Cabras, ha ribadito: «Le statue vengono da qui e qui devono rientrare», e che gli accordi presi con l’(ex) ministro dei Beni culturali «vanno rispettati».

Il Betile, in principio. Sulle ceneri del progetto di radunare i Giganti nel Betile, il grande museo del nuragico e del contemporaneo progettato da Zaha Hadid per Cagliari, fortemente voluto nel 2005 da Renato Soru e cancellato dalla giunta Cappellacci, nacque l’intesa Stato-Regione che prevedeva l’ampliamento del Museo archeologico di Cabras per ospitare il corpus scultoreo. Come è riportato nella mozione presentata dai consiglieri regionali dell’Oristanese in consiglio regionale a sostegno del rientro dei Giganti a Cabras, «In quell’intesa si stabilì di destinare alcuni reperti (tre statue e un modello di nuraghe) al Museo archeologico di Cagliari».

Il protocollo del 2011. Al 12 dicembre 2011 risale la firma del protocollo d’intesa tra il Mibac, il Comune di Cabras (sindaco Carrus) e la giunta regionale (presidente Cappellacci). Sembra questa la base sulla quale la direttrice del Polo museale ha rivendicato a Cagliari l’approdo della collezione. L’accordo, che dà atto della creazione del “Sistema museale di Mont ’e Prama, approvato dal comitato tecnico-scientifico per i beni archeologici il 18 ottobre 2010”, si articola in tre azioni: la prima, «Mont ’e Prama, archeologia e storia dell’arte tra la Sardegna e il Mediterraneo, offre la lettura delle statue di Mont ’e Prama all’interno del disegno complessivo dell’archeologia sarda e mediterranea. Localizzazione: Cagliari, Museo Archeologico Nazionale». C’è poi il punto che riguarda l’archeologia del Sinis che racconta «il contesto della scoperta, il luogo e le condizioni di rinvenimento all’interno di un percorso che attraversa tutta l’archeologia del Sinis. Localizzazione: Cabras, Museo civico e area archeologica di Mont ’e Prama». E quindi, il riferimento al Polo documentale, al Centro di Restauro di Li Punti a Sassari.

Il nuovo museo. L’intesa prosegue: «Nella sezione localizzata a Cabras, le istituzioni si impegnano a favorire la progettazione, la realizzazione e l’allestimento di una nuova sede museale espressamente dedicata al complesso archeologico di Mont ’e Prama, adiacente e raccordata all’attuale Museo Civico oppure del tutto distinta da esso». Qui, la lettura pro-rientro a Cabras ci vede, limpido, il riferimento alla riunione del complesso scultoreo. Se non fosse che.

Le esigenze di Cagliari. Basta andare al paragrafo successivo dell’intesa per leggere che nella nuova sede museale, a Cabras quindi, «si prevede l’esposizione dei seguenti materiali: le sculture originali di Mont ’e Prama, fatte salve le esigenze espositive del Museo Archeologico nazionale di Cagliari». Fatte salve: poiché è la direzione regionale del Polo museale che decide quali siano le esigenze del Museo nazionale, questo è il solco nel quale l’intesa consente alla funzionaria del Mibac può, legittimamente, pensare la sua idea sulla musealizzazione. Ma non finisce qui.

Il ministro Franceschini. Il 19 luglio dell’anno scorso, l’allora ministro Franceschini aveva firmato a Cabras, con il sindaco Carrus e il governatore Pigliaru, l’accordo per la costituzione di una Fondazione candidata a gestire il nuovo museo, per il quale sono stati resi disponibili 3 milioni di euro (lavori prossimi all’avvio), per ospitare tutte le statue, comprese quelle esposte a Cagliari dove «rimarrà una rappresentanza». A questo accordo si riferisce il presidente Pigliaru. Su questi presupposti il territorio sta organizzando il suo sviluppo. Per tirare le somme: i varchi aperti dall’intesa del 2011 sono ancora irrisolti. E la Fondazione, nonostante le varie rassicurazioni sul fatto che la Regione ci stia lavorando, è ancora un oggetto misterioso.

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