La Nuova Sardegna

Oristano

Il gesto col coltello le costa 4 mesi

di Michela Cuccu
Il gesto col coltello le costa 4 mesi

Anziana condannata per essersi portata la lama alla gola. Il giudice: è resistenza a pubblico ufficiale

15 ottobre 2019
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ARBOREA. Non voleva e non poteva lasciare quella casa. Non aveva un altro tetto e neppure i soldi per pagare un affitto e trovar riparo per se e la sua famiglia, composta anche da anziani malati e bambini. Disperata, Bernardetta Cossu, davanti all’ufficiale giudiziario e alla polizia che in quei giorni molto particolari presidiava la zona, era uscita nel cortile con un coltello da cucina in mano, per poi, appoggiarselo simbolicamente alla gola. Per quel gesto, drammatico e dimostrativo, interpretato dalle forze dell’ordine come resistenza a pubblico ufficiale, la donna è stata condannata dal giudice monocratico di Oristano, Francesca Falchi, a 4 mesi di carcere. Era il maggio del 2015 e il luogo era lo stesso, la strada 22 Ovest, in cui qualche giorno fa le forze dell'ordine hanno provveduto a far rispettare l'ordinanza di sfratto emessa dal tribunale. Anche i protagonisti erano più o meno gli stessi. Giovanni Spanu (che all’epoca aveva 77 anni) e la moglie Bernardetta Cossu (che oggi di anni ne ha 68), provarono, in quel caso riuscendoci, ad evitare di dover abbandonare la casa. Ma non è stata indolore quella difesa strenua della propria abitazione, poi persa per via dei debiti e di una vendita all'asta. Quattro anni fa Giovanni Spanu è stato il primo ad essere condannato a due mesi per le minacce perpetrate nei confronti degli agenti degli ufficiali giudiziari e delle forze dell'ordine che erano intervenuti per rendere esecutiva l'ordinanza del tribunale. Per Bernardetta Cossu, la condanna è arrivata invece adesso. Secondo gli inquirenti, portandosi il coltello al collo avrebbe minacciato il suicidio. A nulla è servita la lunga requisitoria dell’avvocato Gianfranco Sollai che ha spiegato come quel gesto fosse determinato dalla situazione disperata della donna, in condizioni di estrema povertà e con un reddito di appena 228 euro al mese. Infatti, solo quando il Comune di Arborea, constatata la disastrosa situazione economica decise di assegnare agli Spanu un alloggio alternativo alla casa in corso di sfratto, la famiglia lasciò quella casa che avrebbero voluto difendere proprio perché era l’unico tetto dove abitare. Quella mattina c’era un grande spiegamento di forze dell’ordine in quel podere. «C’era anche un’autombulanza con a bordo uno psichiatra, fatta intervenire preventivamente dalle forze dell’ordine forse perché temevano potesse risultare necessario un intervento medico» ha spiegato l’avvocato Gianfranco Sollai. «Eppure, nessuno, quando l’anziana signora comparì con il coltello in mano, chiese intervenisse il medico», ha concluso il legale annunciando ricorso in appello.

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