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La “Città dello sport” con impianti impraticabili

ORISTANO. La città europea dello sport fa acqua. È bastato qualche giorno di pioggia per condannare al nomadismo l'Azzurra Basket, costretta a convivere con un palazzetto ai limiti dell'impraticabili...

06 novembre 2019
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ORISTANO. La città europea dello sport fa acqua. È bastato qualche giorno di pioggia per condannare al nomadismo l'Azzurra Basket, costretta a convivere con un palazzetto ai limiti dell'impraticabilità mentre, a pochi metri, le porte della nuova casa del basket oristanese restano inspiegabilmente sbarrate. «Ho chiesto più volte l'intervento dell'amministrazione, ma senza risultati – dice il presidente, Roberto Martani – giovedì scorso siamo stati costretti ad allenarci a Terralba, perciò ho chiesto che il Comune ci mettesse a disposizione il nuovo palazzetto, non capisco perché le società oristanesi non possano utilizzarlo. Dovrebbe essere un palazzetto per gli oristanesi mentre adesso, nonostante la necessità, è chiuso. Per regolamento, in caso di inagibilità del palazzetto, devo garantire che la partita si possa svolgere in un’altra palestra all'interno del Comune. Diversamente arriva la sconfitta a tavolino e, oltre alle multe, devo rimborsare le spese alla squadra avversaria. È un danno economico e sportivo. Quotidianamente sono costretto a verificare l'agibilità del campo per non saltare partite e allenamenti». Un problema tutt'altro che recente. «Da quasi due anni sollecito l'amministrazione, purtroppo non è più possibile porvi rimedio. L'unica soluzione è quella di chiudere il palazzetto e dare il via ai lavori, peraltro già appaltati. È una questione di volontà politica perché nei bilanci degli ultimi anni i fondi erano presenti ed erano in programma i lavori per il rifacimento del tetto, con lo smaltimento dell’eternit, e del campo. La pavimentazione non cambia da 30 anni, continua a staccarsi e ormai è rappezzata. A pochi metri, c'è il nuovo palazzetto chiuso». Una fotografia che stride con la Città europea dello sport 2019. «Quel riconoscimento non vale nulla. È un simbolo di cui si fregiano tutte le amministrazioni che hanno fatto domanda. Non è un premio».(st.sul.)

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