La Nuova Sardegna

Oristano

Omicidio Pazdernik, il marito in aula a Oristano

Enrico Carta
Omicidio Pazdernik, il marito in aula a Oristano

L’udienza preliminare: l’accusa ha chiesto il processo per Giovanni Perria. La donna sparì da casa il 10 ottobre scorso e fu ritrovata morta in mare

07 novembre 2019
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NARBOLIA. Dal momento in cui ha varcato la soglia del carcere, Giovanni Perria ha perso moltissimi chili. È il dolore per essere finito in cella da innocente o è il rimorso per aver commesso il peggiore dei delitti? Dietro le sbarre, il pensionato di 78 anni di Narbolia era finito il 24 gennaio scorso, quando erano passati più di tre mesi dalla morte della moglie Brigitte Pazdernik, avvenuta nel mare tra Torre del Pozzo e Is Arens per annegamento sebbene fosse già tramortita quando il suo corpo finì in acqua. Fu ripescata solo alcuni giorni più tardi, quando due pescatori videro galleggiare il corpo alcune miglia più a sud ovest, di fronte alla spiaggia di Su Pallosu. Era vestita e l’autopsia chiarì che era morta per annegamento lo stesso giorno in cui era scomparsa ovvero il 10 ottobre del 2018. Il fatto che avesse ingerito pochissima acqua indicava che, nel momento in cui finì in mare, aveva funzioni vitali ridottissime per cui, chi ce la gettò, lo fece probabilmente perché pensava di averla già uccisa più che per terminare il proprio piano.

La tesi dell’accusa. Il pubblico ministero Armando Mammone che ha coordinato le indagini della squadra mobile della polizia, non crede sia stato un suicidio o un incidente né che altri, al di fuori del marito di Brigitte Pazdernik, possa aver commesso il delitto. È per questo che ha chiesto il rinvio a giudizio di Giovanni Perria che domani sarà di fronte al giudice per le udienze preliminari. Il magistrato vuole il processo e accusa l’imputato di omicidio volontario premeditato. All’origine di tutto ci sarebbe stata la confessione di un tradimento avvenuto anni prima, quando la coppia viveva in Germania. Qualcosa di talmente grave da mettere addirittura in discussione la paternità della figlia Rachele?

Le prove. Il movente sarebbe quindi chiaro. Servono però prove anche per arrivare a un processo e su Giovanni Perria l’accusa è convinta di averne raccolto parecchie. Le prime incongruenze nella ricostruzione della serata del 10 furono notate da subito. Giovanni Perria raccontò di essere andato a letto, dopo aver cenato e dopo aver guardato un po’ di tv, e di essersi accorto che la moglie non era in casa solo dopo mezzanotte quando aveva sentito la serranda del garage chiudersi. Uscito di casa non avrebbe visto Brigitte e così si sarebbe messo a cercarla lì attorno senza successo. Aveva poi dichiarato che la moglie sarebbe uscita nuda di casa. Secondo gli inquirenti la ricostruzione è smontata dalle condizioni del letto, dove nessuno avrebbe dormito quella notte e dal fatto che la donna fu ripescata coi vestiti e non nuda. Nemmeno la cena era stata consumata: lo confermò l’autopsia che negò la presenza di cibo nello stomaco. E poi c’è la testimonianza di una vicina di casa che disse di aver visto Giovanni Perria uscire in auto attorno alle 23 e fare rientro a casa mezz’ora più tardi. Tempo sufficiente, per l’accusa, per gettare in acqua la moglie già priva di sensi.

La difesa attende. Le contromosse dell’avvocato Antonello Spada si conosceranno in udienza. Sembra difficile che verrà scelto il rito abbreviato, nonostante questo consenta lo sconto automatico della pena di un terzo. Per capire se la difesa ha davvero mnolte carte da giocare forse bisognerà attendere anche oltre l’udienza preliminare, dove generalmente non si discute il processo nel merito. Di certo c’è che l’imputato nega di aver preso l’auto quella sera e che il carburante consumato non coincide con quello che sarebbe stato necessario per compiere il tragitto.

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