La Nuova Sardegna

Oristano

Provincia, un bilancio ricco di spine

Provincia, un bilancio ricco di spine

Il triennale è stato approvato: i revisori avevano chiesto di “aprire” il dissesto

13 novembre 2019
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ORISTANO. Il baratro, finanziario e contabile dietro le cifre, i faldoni e gli allegati di bilancio. L’amministratore straordinario della Provincia, Massimo Torrente, in quello che probabilmente sarà il suo ultimo atto significativo come titolare dell’incarico (a giorni potrebbero arrivare le nomine regionali che azzereranno e i vertici di tute le province sarde con la nomina di nuovi amministratori) ha approvato il bilancio di previsione per il triennio 2019-2021.

Un atto dovuto, sia pur in ritardo visto che la scadenza era qualche mese fa ma in ogni caso un atto delicato, perchè non tutte le caselle sono andate al posto giusto.

I revisori dei conti della provincia infatti hanno inviato e messo a verbale il loro parere contrario al bilancio chiedendo all’amministratore di dichiarare il dissesto finanziario.

Una scelta che l’amministratore non ha voluto perseguire, nonostante il revisori abbiano manifestato tutte le loro perplessità sul documento contabile. Forse alla base dei dubbi dei revisori vi è anche l’assenza del rendiconto del 2018, che doveva essere approvato prima di questo ultimo bilancio e che non risulta ancora approvato, a cui si aggiungono i dubbi sulla fattibilità di un successivo piano di riequilibrio, necessario secondo i revisori dei conti, che usano parole pesanti per giustificare il loro no. «È impossibile per l’ente pagare quanto dovuto allo stato in relazione ai debiti erariali dovendo garantire i servizi pubblici essenziali».

Uscendo dai tecnicismi legati all’ordinamento finanziario degli enti locali, in pratica i revisori ritengono che la Provincia abbia un bilancio strutturalmente in deficit e che non possa sostenere la spesa, tra due e tre milioni da pagare allo Stato con le entrate certe, che arrivano da Regione (col fondo unico) e dallo Stato stesso. A questo punto l’unica strada sarebbe dichiarare il dissesto.

Un passaggio doloroso, che vede coinvolti la Corte dei Conti, il Tesoro e la Prefettura, dal punto di vista dell’immagine. Eppure un atto assunto da altri enti locali del sud, che comporta l’azzeramento delle poste contabili a una certa data, la nomina di un amministratore, questo sì straordinario, incaricato di occuparsi del passato e l’avvio di una gestione ordinaria come nuova.

L’alternativa, ma non si sa quale delle due l’amministratore Torrente sia intenzionato a perseguire, prevede l’avvio di un piano di riequilibrio a lungo termine, tipo dieci anni, diluendo in questo modo le passività.

Piano di riequilibrio o dissesto per la Provincia di Oristano il risultato non cambia: i conti sono in profondo rosso e chi sostituirà Torrente avrà un bel dossier da affrontare. E non è escluso che tocchi proprio al suo successore dichiarare il dissesto formale.(g.cen.)

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