La Nuova Sardegna

Oristano

Rimborsi gonfiati, assolto Mario Olla

di Enrico Carta
Rimborsi gonfiati, assolto Mario Olla

L’ex consigliere provinciale era accusato di aver ottenuto soldi in più dall’ente grazie a una residenza non veritiera

15 novembre 2019
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ORISTANO. Cinque anni dopo è assoluzione. L’ultima udienza del processo in due atti contro l’ex consigliere provinciale di Forza Italia, Mario Olla, cancella quelle accuse che gli erano state mosse nel 2014 dopo una serie di appostamenti e controlli effettuati dalla Guardia di finanza. Era stato fotografato e ripreso mentre usciva dalla casa di Oristano, prova, secondo il pubblico ministero Andrea Chelo, che il suo domicilio sarebbe stato in città e non nella natia Samugheo. Differenza non da poco, soprattutto se misurata in chilometri, perché poi Mario Olla chiedeva alla Provincia il rimborso per le trasferte.

È per questo che lo stesso pubblico ministero, per ben due volte, in due differenti processi che avevano la stessa contestazione ma con un’imputazione che è stata cambiata solo al termine di un primo dibattimento da peculato in indebita percezione di somme, aveva chiesto la condanna. Di fronte al giudice monocratico si era spinto sino a sollecitare la pena di un anno e otto mesi, quindi aveva dovuto rimodulare la richiesta di fronte al collegio, scendendo a un anno e un mese. Per contro la difesa, affidata agli avvocati Piero Franceschi e Massimo Ledda, aveva sempre indicato nell’assoluzione l’unica via possibile, ritenendo che le contestazioni non fossero provate e che Mario Olla dimorasse realmente a Samugheo e che, in alcune occasioni, le richieste di rimborso erano legate ad attività istituzionali e missioni svolte per conto dell’ente pubblico al di fuori di Oristano.

Ricostruito il quadro, i giudici Carla Altieri, Elisa Marras e Marco Mascia hanno assolto l’ex consigliere provinciale perché «il fatto non è previsto dalla legge come reato», motivo per cui non possono essergli attribuite eventuali responsabilità dal punto di vista penale. Semmai si è in un altro ambito, di tipo amministrativo, per il quale altri organismi quali la prefettura saranno chiamati a esprimersi. Contestualmente all’assoluzione, il tribunale ha revocato il sequestro dei beni che era stato disposto in seguito a un’istanza della procura. Si trattava quasi per intero di proprietà immobiliari che Mario Olla divideva con altri familiari e che avrebbero dovuto fare da tesoretto da cui attingere nel caso in cui fosse arrivata la condanna. La restituzione delle eventuali somme ottenute indebitamente sarebbe avvenuta automaticamente. Nel frattempo, dal 2014 a oggi, l’ex consigliere provinciale aveva provveduto a restituire una parte delle somme. La Corte dei Conti aveva infatti battuto cassa e l’aveva condannato a rimborsare 19.050 euro di rimborsi alla Provincia. Inizialmente però, la somma richiesta era doppia, ma la documentazione prodotta dagli avvocati aveva convinto anche quei giudici che una parte delle indennità percepite fosse realmente dovuta.

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