La Nuova Sardegna

Oristano

Stalker per vendicare l’estorsione

di Enrico Carta
Stalker per vendicare l’estorsione

Imbrogliato da tre finti poliziotti a cui aveva consegnato 45mila euro, perseguitava uno di loro

15 novembre 2019
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ORISTANO. La vendetta è un piatto che voleva servire caldo e senza aspettare che la polizia compisse il suo lavoro. Così, da vittima, un 59enne rischia di diventare imputato e non è un caso che nei giorni scorsi sia stata decisa nei suoi confronti una misura cautelare. Tutto era iniziato nel periodo di Natale dell’anno scorso quando qualcuno bussa alla porta di una casa di Silì: sono in tre e dicono di essere poliziotti. Il padrone di casa li fa entrare perché è sottoposto alla misura della sorveglianza speciale e crede subito che, seppure in borghese, siano lì per fare un banale controllo. I tre però non sono agenti della polizia, ma degli impostori. Hanno un piano ben studiato e mettono alle strette la loro vittima, minacciando di arrestarlo. Riescono così a farsi consegnare 45mila euro in contanti che il loro bersaglio teneva in casa.

Non è che capiti a tutti, tutti i giorni di avere una cifra del genere in casa, per cui, una volta andati via i tre, la vittima dell’estorsione inizia a pensare e ben presto arriva alla conclusione più logica. Capisce di essere stato vittima di qualcosa di losco e riesce a risalire – così crede – anche all’identità di uno dei tre, un meccanico 35enne di Oristano. Questo è ciò che pensa e così decide che è il caso di sporgere denuncia. Pretende una risposta immediata dalle forze dell’ordine, ma le indagini devono inseguire certezze e riscontri e così, mentre gli agenti della Squadra mobile coordinati dal dirigente Samuele Cabizzosu stanno investigando sull’estorsione commessa dai finti poliziotti, lui decide di seguire una via del tutto personale per ottenere giustizia.

Convinto di aver individuato uno dei tre impostori non resta che rendergli la vita impossibile e allora iniziano i pedinamenti e le minacce. Che ci siano altre persone presenti, magari al bar, o che i due si ritrovino in un faccia a faccia poco amorevole, non serve a far desistere G.M.S. che un bel giorno fa spuntare anche un coltello in un incontro ravvicinato in campagna. Non pago degli atti persecutori commessi ai danni della sua vittima, se la prende anche con la polizia. Telefona continuamente al 113 e minaccia anche gli agenti, affermando che sono dei collusi coi delinquenti che gli hanno estorto i 45mila euro. La polizia ci prova con le buone, ma l’opera di persuasione non serve e lo stalking continua sino all’inizio di questa settimana, quando la giudice per le indagini preliminari, su richiesta della procura, decide che ci sono gli estremi per la misura cautelare. G.M.S. finisce così in una struttura che ospita persone che, per via delle loro condizioni di salute mentali, non possono stare in carcere. È la sua nuova casa e lì entreranno solo poliziotti veri.

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