La Nuova Sardegna

Oristano

Il teatro Deledda in salvo, «Ora pensiamo al futuro»

di Maria Antonietta Cossu
Il teatro Deledda in salvo, «Ora pensiamo al futuro»

Paulilatino, decisivo l’incrocio di finanziamenti tra Regione e Comune Il direttore Sicurella: «È un buon punto di partenza, ora si può programmare»

03 dicembre 2019
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PAULILATINO. Una possibile soluzione per salvare il Grazia Deledda dal fallimento l’aveva indicata l’ex ministro Bonisoli in occasione della visita fatta a febbraio dietro invito della compagnia di attori locale, che le stava provando tutte per scongiurare un destino altrimenti segnato. L’esponente del vecchio governo aveva ipotizzato che la trasformazione della struttura privata in teatro civico sarebbe stata una soluzione praticabile. Sulla carta l’operazione si presentava abbastanza complessa, specie per le oggettive difficoltà di reperire le risorse, ma quella che sul momento appariva un’idea utopica oggi è una missione compiuta.

La proprietà del teatro passerà al Comune con il benestare della Regione, che concederà all’ente locale un contributo di 1 milione e 300mila euro per l'acquisizione dell’immobile. Il disco verde è arrivato contestualmente alla manovra di assestamento del bilancio, approvata dal consiglio regionale venerdì. Dal momento in cui sarà emesso il decreto per l’accreditamento dei fondi ci saranno da affrontare una serie di passaggi burocratici e legali, dall’atto notarile al risanamento dei debiti che la compagnia Teatro Instabile contrasse con la banca per avere le coperture finanziarie per provvedere alla poderosa ristrutturazione ultimata nel 2006. Una volta regolarizzata la situazione finanziaria e formalizzata la transazione, sarà predisposto un bando pubblico per affidare la gestione della struttura.

Intanto, chi ha sempre creduto nel ruolo del Grazia Deledda di epicentro d’arte e di cultura della Sardegna centrale plaude al risultato e alle prospettive future di questo vero e proprio simbolo di resilienza culturale. «È un buon punto di partenza per garantire la sopravvivenza del teatro – ha commentato Aldo Sicurella, il fondatore della compagnia Teatro Instabile –. Nonostante tutte le difficoltà il progetto è andato avanti e presto sarà firmato l’atto di vendita con il Comune. Chiudiamo questa difficile parentesi e vedremo più avanti cosa ci riserverà il futuro».

Il lento declino era cominciato con la progressiva riduzione dei contributi statali e regionali, che nel tempo erano passati da 600mila a 200mila euro. Per i proprietari dell’immobile, che gestivano un’impresa con una media di 25 dipendenti e che nella struttura avevano investito quasi 1 milione e 600mila euro, erano venute meno le possibilità di continuare a pagare le rate del mutuo. Questo stato di precarietà ha portato alla confisca e alla messa all’asta del bene, poi sospesa per quattro anni. La compagnia non ha mai dato segni di resa e un anno fa è volata a Roma per perorare la causa con il ministero dei Beni culturali. Due mesi dopo la visita di Bonisoli, lo spiraglio aperto dalla possibilità di concorrere ai fondi statali per lo spettacolo con un progetto ad hoc. Nove mesi dopo, è arrivata la svolta.

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