La Nuova Sardegna

Oristano

Via Lepanto, c’è il ricorso al Tar

di Enrico Carta
Via Lepanto, c’è il ricorso al Tar

Il comitato e alcuni privati vogliono ridimensionare il progetto di housing sociale a Sant’Efisio

03 dicembre 2019
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ORISTANO. Non contro l’housing sociale, ma contro i palazzoni. Contro, certamente, una colata di cemento esagerata che cambierebbe non solo il volto urbanistico del quartiere, ma anche gli assetti sociali. Il comitato di via Lepanto dissotterra l’ascia di guerra e, nell’ultimo giorno utile, presenta assieme ad altri quattro privati il ricorso al Tar per limitare l’impatto del progetto urbanistico che investirebbe il quartiere di Sant’Efisio se le cose rimanessero quelle decise dal Comune. Il sindaco Andrea Lutzu aveva fatto dello stop all’investimento urbanistico incorporato nel più grande programma di riqualificazione di Oristano Est e soprattutto previsto dal Puc votato dalla giunta Nonnis di cui il primo cittadino era vice sindaco un cavallo di battaglia. Ad attuare le direttive del Puc era stata però la giunta Tendas che aveva trovato strenui oppositori tra i residenti e nell’opposizione in consiglio comunale con Andrea Lutzu a tirare la volata per fermare il progetto. In campagna elettorale il sindaco aveva avuto gioco facile dichiarandosi contrario proprio a quell’investimento immobiliare e affermando che l’avrebbe bloccato. Poi la realtà dei fatti si è rivelata diversa e a settembre era stata rilasciata la concessione edilizia, addirittura con più volumetrie rispetto a quelle previste dal piano della giunta Tendas.

Il progetto dovrebbe prevedere 45 appartamenti e il 40% dell’area di proprietà della società dovrà essere ceduto al Comune per la realizzazione di parcheggi pubblici, come previsto dal Piano urbanistico. Altro aspetto controverso era quello della deroga al limite di altezza. La giunta Tendas aveva presentato alla Regione una variante che lo abbassava portandolo da 20 metri a 15, due in meno di quello previsto per via Lepanto oggi. La maxi-variante però non è mai stata recepita dalla Regione e alla fine è decaduta, facendo venir meno anche le necessità di una deroga.

Partita finita e cemento in arrivo? No, perché proprio quando l’arbitro stava per mettere il fischietto in bocca e decretare la fine di ogni ostilità, c’è stata la richiesta di dare un’occhiata all’intera pratica burocratica. Non passera attraverso la prova televisiva del Var, ma attraverso gli occhi dei giudici del Tar dov’è stato depositato ieri il ricorso da parte dell’avvocato Luca Casula che rappresenta sia il comitato che i cittadini privati che hanno sposato la causa. Le contestazioni non riguardano l’intero progetto, ma solamente le altezze: oggi si arriverebbe a 18 metri e 80 centimetri; si vuole invece fare un salto in basso fermandosi a quindici metri o poco meno, limitando così l’impatto antropico sulla zona.

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