La Nuova Sardegna

Oristano

Lite tra straniere, due dal giudice

di Enrico Carta

Una russa e un’ucraina avrebbero sequestrato, picchiato e rapinato un’altra ragazza ucraina

13 dicembre 2019
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ORISTANO. Russia e Ucraina si scontrano anche in città, ma stavolta non certo per questioni di confini nazionali. Per fortuna non ci sono truppe schierate nei pressi del fiume Tirso e in campo non scendono soldati con l’artiglieria pesante. La linea del fronte è solo immaginaria ed è quella del tribunale dove si finisce per regolare una questione tra signore che, di tanto in tanto, dimorano a Oristano e che probabilmente avevano avuto qualche problema tra di loro nel gestire certi affari, più o meno alla luce del sole.

Alla prima udienza del processo, Natalia Protsenko, la presunta vittima di origine ucraina ha raccontato le ore agitate, circa quattro, del 21 giugno del 2016 quando nella sua casa la visita non fu tra le più gradite. A fare irruzione sarebbero state la 45enne russa Svetlana Evusheva e la 39enne ucraina Nataliya Kuskovska che dovevano regolare dei conti che non erano tornati alla perfezione. La presunta vittima, rispondendo alle domande del pubblico ministero Sara Ghiani, ha spiegato alle giudici Carla Atlieri, Elisa Marras e Serena Corrias che per prima cosa le fu presa la borsa. All’interno c’era il cellulare e l’intento sarebbe stato quello di evitare telefonate scomode, magari verso le forze dell’ordine. Ma questo sarebbe solo il primo atto della storia, perché la vittima ha poi ricordato che da quel momento inizio anche l’aggressione fisica. Ai pugni e ai calci, ben presto si aggiunsero i colpi alla testa con una bottiglia di vetro che procurarono ferite per le quali servirono dieci giorni di cure.

Le due imputate avrebbero quindi costretto la loro vittima a inginocchiarsi e a chiedere ripetutamente perdono per lo sgarbo subito, quindi impugnato un coltello l’avrebbero costretta a dare loro cinquanta euro. Il quadro accusatorio è così completo e comprende i reati di sequestro di persona, rapina, lesioni, violenza privata. Ce n’è abbastanza per rischiare una condanna a svariati anni, ma ovviamente il processo è solo alle battute iniziali. Il secondo testimone è stato uno degli agenti delle volanti che intervenne dopo la richiesta di soccorso, quando ormai però l’aggressione si era conclusa. Serviranno altre udienze e altre deposizioni per capire cosa esattamente sia accaduto e la prossima è fissata al 24 settembre del 2020.

Intanto anche la difesa affidata agli avvocati Silvio Sanna e Cristina Arcai ha fatto le proprie domande soffermandosi soprattutto su un particolare ovvero su chi avesse allertato la polizia e da quale telefono. La presunta vittima ha risposto di averlo fatto di persona e di averlo fatto col proprio telefonino, lo stesso che le sarebbe stato sottratto.

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