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Oristano, i bambini delle borgate scrivono a Babbo Natale: «Dacci l’aria pulita»

di Enrico Carta
Oristano, i bambini delle borgate scrivono a Babbo Natale: «Dacci l’aria pulita»

Vivono s Masongius, Is Bingias e Sant’Anna investita dalla puzza. Gli odori nauseabondi dall’impianto di Masangionis

25 dicembre 2019
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MARRUBIU. Aurora, Eleonora e Silvia hanno scritto a Babbo Natale. Non è una novità, lo fanno tutti i bambini. È il contenuto di quelle poche righe che è insolito. Non vogliono i classici regali, vogliono solamente tornare a respirare aria pulita come un tempo e non più maleodorante come quella che incombe sulle borgate di Masongiu, Is Bangius e Sant’Anna da quando nei terreni di Arborea è operativo l’impianto di trattamento dei rifiuti che serve l’intera provincia. La battaglia delle poche decine di residenti si scontra da diversi anni con le esigenze del Consorzio Industriale che gestisce l’impianto e persino con i rilevamenti scientifici appena eseguiti e i cui risultati sono stati comunicati poche settimane fa. Per gli esperti dell’università di Sassari che hanno utilizzato un naso elettronico per misurare la qualità dell’aria, le emissioni sono contenute entro i valori previsti dalle norme. Nemmeno questo ha però tranquillizzato i residenti: la puzza è qualcosa che loro non misurano in base alla quantità di particelle che uno strumento riesce a catturare, ma in base alla percezione del loro olfatto.

La sentono tutti, adulti e bambini e sono stati tre di loro che vivono a Sant’Anna a imbucare la letterina per Babbo Natale. Aurora gli racconta di come «prima si stava benissimo. Si respirava aria pura, si giocava nel verde, era pieno di piante e alberi». Poi racconta ancora di quell’idillio finito qualche anno fa assieme a quei «momenti indimenticabili. Adesso invece mi sveglio con un odore sgradevole, fastidioso, che mi prende alla gola da farmi venire il vomito. Aiutaci tu, se puoi».

E poi c’è Eleonora che dice: «Quest’anno non penso solo a me, ma penso al mio paese» perché «da tanti anni c’è puzza di spazzatura che mi vieta di prendere una boccata d’aria. Adesso questa puzza si sta diffondendo negli altri paesi e non voglio che altra gente la senta. Non voglio che Sant’anna sia riconosciuta per la puzza di spazzatura». La letterina si chiude con la richiesta a Babbo Natale: «Spero che l’anno prossimo la mia cameretta profumerà di natura quando apro la finestra».

La terza porta la firma di Silvia che pensa a sé e ai suoi amici «perché una puzza cattiva ci dà molto fastidio quando andiamo a giocare». E pensa ai suoi genitori che «hanno fatto di tutto per fare in modo che non ci sia più, ma non ci sono riusciti. Ora chiedo a te, che esaudisci tutti i desideri di noi bambini, di aiutarci con questo problema, e dato che credo in te so che tu mi aiuterai».

Ci vorrà comunque pazienza, perché oltre a Babbo Natale, l’aiuto dovrà arrivare dagli uomini. Il Consorzio Industriale ha presentato nei giorni scorsi il progetto che trasformerà l’impianto di Masangionis in un biodigestore, cosa che, secondo i piani dei tecnici e dei dirigenti, dovrebbe limitare di molto le emissioni di odori o abbatterle quasi del tutto. A ogni modo ci vorrà del tempo perché ciò avvenga: nel frattempo ai residenti delle tre borgate non resta che sperare nel vento giusto che non porti verso le loro case i miasmi dell’impianto che si sentono a prescindere dai limiti imposti dalla legge.

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