La Nuova Sardegna

Oristano

La memoria delle gare poetiche

La memoria delle gare poetiche

Bonarcado, da quarant’anni Peppe Luisi Sassu registra e conserva tutti gli eventi

05 gennaio 2020
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BONARCADO. Dal vecchio registratore con microfono esterno è passato ad una moderna videocamera digitale; dalle ingombranti musicassette si è convertito a memory card, mp3 e computer. Cambiamenti radicali che, però, non hanno intaccato la passione che, da oltre quarant'anni, spinge il bonarcadese Peppe Luisi Sassu, 66 anni, a seguire le gare poetiche estemporanee in mezza Sardegna e ad immortalarle, in audio e da qualche tempo anche in video, nelle sue diverse fasi, dall'esordio alla chiusura finale.

«La passione per la poesia improvvisata – spiega Sassu – è nata ascoltando un mio collega muratore che si dilettava a cantare durante le ore di lavoro. Poi ho scoperto i libretti di tiu Antoni Cuccu di San Vito, importanti sotto il profilo divulgativo ma contenenti diversi errori e refusi. Da lì l'idea di registrare le gare e di tenerle insieme per conservare la verità storica di una tradizione esclusivamente sarda».

Oggi l'archivio di Sassu, tra i fondatori dell'Associazione Archeologica Bonarcadese, può contare su oltre quattrocento gare, molte integrali, oltre a diverse altre registrazioni di canti a chitarra, a “s'arrepentina”, a tenore e balli. Ma l'amore vero rimane quello per la poesia estemporanea.

La prima registrazione risale a ben quarantatrè anni fa in occasione della festa di San Giovanni Battista a Bonarcado. All'inizio le registrazioni sono state sporadiche anche perchè Sassu ha lavorato in Svizzera dal 1979 al 1983. Ma ristabilitosi in Sardegna ha subito ripreso, anche al di là dei confini del Montiferru. «In questo lungo arco di tempo ho percorso migliaia di chilometri, sono stato a Buddusò, Irgoli, Pau, in Barbagia. Quasi sempre di notte, da solo o in compagnia di amici». Differenze rispetto al passato? «I poeti, ovviamente, sono cambiati. Alcuni di questi nel 1976 non erano ancora nati. E, forse, fare un confronto con il passato non è neppure giusto. In generale è diverso il pubblico – osserva ancora Sassu – nei primi tempi ho le piazze strapiene di appassionati che, per non perdersi un solo verso e per non arrecare disturbo ai poeti, applaudivano di rado e concentravano i commenti nelle pause e al termine. Oggi gli spettatori, salvo rare eccezioni, sono molti meno e l'attenzione non sempre è consona al contesto». Diversi gli episodi curiosi di cui Peppe Luisi è stato testimone: «Ma alcuni non li posso raccontare – sottolinea – rammento una gara a Bauladu con Totore Cappai e Lorenzo Mariano: il primo si esprimeva in logudorese, il secondo in gallurese. In un'altra circostanza, a Paulilatino, era mancata la luce e Antoni Pazzola, noto poeta di Sennori, aveva iniziato ad intrattenere la platea con delle barzellette. Dopo un pò un anziano si era alzato in piedi urlandogli che la gente era lì per la poesia e non certo per le barzellette. E si era allontanato imbufalito portandosi via la sedia». Altri ricordi sono legati a gare nelle quali «il tenore, composto da persone del posto, eccedeva con il bere e faticava ad accompagnare a dovere i poeti. Allora se ne sentivano davvero di tutti i colori». Tanti gli aneddoti in oltre quarant'anni trascorsi sotto i palchi a “lughe ’e luna”. E tante altre le gare da seguire in futuro con videocamera e cavalletto al seguito.

Sandro Biccai



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