La Nuova Sardegna

Oristano

Gettò in terra la figlia neonata, processo a Oristano

Enrico Carta
Gettò in terra la figlia neonata, processo a Oristano

Un 42enne accusato del tentato omicidio della bambina di 45 giorni e di maltrattamenti sulla moglie

11 gennaio 2020
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ORISTANO. Amore e violenza. Una porta li separa. Dentro l’aula del tribunale c’è un padre accusato di maltrattamenti in famiglia e del tentato omicidio della figlioletta. Nell’androne del tribunale, la sorellina maggiore di appena sette anni aspetta e da sola tiene compagnia alla piccolina come se fosse una madre mentre entra nel vivo il processo. La loro mamma è a sua volta dentro l’aula. Sarebbe dovuta essere parte civile, invece ha rinunciato alla costituzione e nei mesi scorsi ha provato a cancellare la denuncia senza risultati, perché per entrambi i reati si procede d’ufficio e non c’è bisogno di una querela. Era stata lei, venditrice ambulante per le vie della città, ad accusare il marito per una serie di violenze che avevano portato in ospedale la piccola che aveva appena 45 giorni. Raccontò alla polizia che suo marito – ha 42 anni e dal marzo scorso è in carcere, ma non riportiamo il nome in virtù dei principi sanciti dalla Carta di Treviso che tutela i minori coinvolti loro malgrado in fatti di cronaca – quella sera avrebbe superato il limite della violenza che dentro una casa alla periferia est era pressoché ordinaria. Durante una lite, avrebbe infatti gettato in terra la neonata. Fortunatamente la piccola non ebbe conseguenze e, dopo qualche giorno in ospedale, fece ritorno a casa. Non trovò però più il padre che nel frattempo era stato arrestato e che ora è a processo.

Il pubblico ministero Silvia Mascia, affiancata dall’avvocato di parte civile per le bambine Laura Onida, ha chiamato a deporre una vicina di casa che ha raccontato come dal suo appartamento si sentissero spesso le urla dei litigi, ma è stata soprattutto un’amica di famiglia a squarciare il velo su quanto accadeva dentro quell’appartamento. La sua è una deposizione chiave con cui dovranno fare i conti le giudici Elisa Marras, Federica Fulgheri e Serena Corrias. Oltre alle dichiarazioni, diventa di fondamentale importanza la registrazione di una conversazione che ebbe con la maggiore delle figlie della coppia. «Mamma diceva di non dire niente. Ha buttato in terra mia sorellina e poi ha picchiato mamma perché diceva che era stata lei a farla cadere. L’ha picchiata molte volte». È con queste parole che si è entrati quasi nella casa in cui si sarebbe consumato l’orrore. L’avvocato Giuseppe Onorato ha però ricordato alle giudici come nell’incidente probatorio la bambina non fece mai parola delle violenze. Ci sono altre udienza per arrivare alla verità processuale: la prossima è fissata per il 16 gennaio, quando saranno chiamati a deporre gli agenti della polizia che intervennero il giorno dell’arresto.

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