La Nuova Sardegna

Oristano

Tassa di soggiorno, il tesoretto vale quasi 100mila euro

di Davide Pinna
Tassa di soggiorno, il tesoretto vale quasi 100mila euro

È l’incasso del Comune per i quattro mesi di alta stagione I maggiori introiti sono arrivati dagli alberghi a 4 stelle

30 gennaio 2020
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ORISTANO. La tassa di soggiorno ha creato un tesoretto da 100mila euro. I primi sei mesi di applicazione dell’imposta sono terminati a dicembre – si potrebbe quasi parlare di fase sperimentale – e infatti il 2020 si apre con delle proposte di modifica che accolgono alcune osservazioni emerse in consiglio comunale quando la misura fu approvata. Il dibattito in commissione Bilancio sul nuovo regolamento proposto dalla giunta è stato l’occasione per tracciare un quadro sui risultati. È un quadro parziale, perché i dati a disposizione dell’assessore Massimiliano Sanna si fermano a settembre, comprendendo i mesi più caldi, non solo in senso climatico, ma anche di presenze turistiche.

L’incasso per i pernottamenti nei mesi di alta stagione è stato di poco meno di 100mila euro. L’assessore non ha celato soddisfazione e ottimismo: «La previsione, per un periodo di dodici mesi, era di 200mila euro. Se in estate ne abbiamo incassato 100mila, vuol dire che è assolutamente fattibile, anche perché quest’anno noi abbiamo esentato dal pagamento tutte le prenotazioni avvenute prima dell’approvazione dell’imposta, che rappresentano la parte più grossa dei pernottamenti estivi».

Dal 2020, però cambieranno alcune cose: l’imposta, infatti, non si applicherà nei mesi di novembre, dicembre e gennaio, quelli con il calo più consistente di presenze territorio cittadino, che in genere registra la prima impennata in occasione della Sartiglia e l’inizio della stagione turistica da marzo in poi. Altra novità sarà l’esenzione per i lavoratori che sosteranno, per ragioni professionali, più di tre giorni nel territorio comunale. I pagamenti, invece, dovranno essere svolti secondo le modalità elettroniche che ormai regolano i rapporti economici con la pubblica amministrazione.

In totale, tra giugno e settembre, l’ufficio Tributi comunali ha registrato 66mila pernottamenti. Per quanto riguarda, invece, la provenienza dell’imposta, la parte del leone la fanno gli alberghi, che hanno pagato 63mila euro, sui 100mila totali di incasso: 20mila arrivano dalle strutture a quattro stelle, 8mila da quelle a tre stelle e la parte restante dalle strutture alberghiere di rango inferiore.

Significativo anche il dato del settore extra-alberghiero, che ha prodotto un incasso di 30mila euro, mentre rimane minimo l’apporto di camperisti e campeggiatori: 1.500 euro. «Non abbiamo ancora speso un euro dei proventi della tassa di soggiorno – ha spiegato l'assessore –, vogliamo aspettare di conoscere il totale». La commissione presieduta da Angelo Angioi, con i consiglieri Veronica Cabras e Luca Faedda per la maggioranza e Francesco Federico e Peppi Puddu per la minoranza, ha chiesto in maniera compatta che si decida preventivamente la ripartizione degli introiti nei vari settori di spesa consentiti dalla legge: servizi e promozione turistica, ambiente e cultura. Al momento la giunta è maggiormente orientata verso una ripartizione generale, senza particolari decisioni preventive. Su questo, però, si deciderà quando si approverà il bilancio 2020. Sanna si è mostrato più propenso verso una decisione concertata con chi paga il tributo, ossia i proprietari di strutture ricettive, mentre i consiglieri hanno voluto rivendicare il ruolo di indirizzo, in materia di Bilancio, del consiglio comunale.

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