La Nuova Sardegna

Oristano

Urbanistica, valzer degli assessori

di Davide Pinna
Urbanistica, valzer degli assessori

In meno di tre anni il titolare dell’ufficio più delicato è cambiato quattro volte. Troppi fronti aperti

07 febbraio 2020
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ORISTANO. I tempi dovrebbero essere brevi, così ha annunciato il sindaco Andrea Lutzu, per la nomina della nuova assessora all'Urbanistica del Comune di Oristano: bisogna rimettersi al più presto in pari con la legge sulle quote rosa nelle giunte comunali, e inoltre il settore dello sviluppo urbano conta in questo momento numerose partite aperte. Al momento le deleghe sono assegnate ad interim al sindaco stesso e si tratta dell'assessorato con la vita più travagliata dall'inizio dell'amministrazione. Il primo assessore fu Mauro Solinas, principale esponente di Fortza Paris in città, ma il suo impegno nella Giunta non ebbe nemmeno il tempo di iniziare. Schiacciato tra una questione di opportunità politica, relativa alla presenza della figlia in Consiglio comunale, e il problema, evidentemente cronico, della mancato rispetto delle quote rosa, Solinas dovette lasciare l'incarico alla tecnica Federica Pinna. L'architetta oristanese entrò nel giro di un anno in rotta di collisione con il partito che l'aveva suggerita, Fortza Paris, per via del proprio avvicinamento a Fratelli d'Italia. Dopo un breve tira e molla, la Pinna rassegnò le dimissioni nell'agosto 2018 e Lutzu assunse l'interim. Passarono tre mesi prima della nomina dell'architetto di origini gavoesi Gianfranco Sedda. Nominato in seno alla civica Rinnovamento Oristanese, Sedda è poi transitato insieme al consigliere Danilo Atzeni nel Psd'Az. Il suo incarico è durato poco più di un anno perché martedì scorso è arrivata la revoca delle deleghe, con il sindaco che ha assunto per la seconda volta l'interim e i sardisti che sono passati all'opposizione. Numerose partite aperte, si diceva, e forse l'esempio più interessante è quello delle zone equus, l'agognato strumento urbanistico in grado di risolvere il problema delle scuderie abusive, ipotizzato da anni e mai entrato in funzione perché in contrasto con le norme urbanistiche regionali. La strada scelta da Federica Pinna era quella della variante al PUC: trasformare le zone equus da aree per l'agricoltura a aree destinate ai servizi turistici e sportivi, aggirando così le risicate cubature concesse dalla Regione nelle zone agricole. Con l'arrivo di Sedda, però, la soluzione, già in fase avanzata, viene abbandonata: per l'architetto originario di Gavoi il mutamento di destinazione avrebbe comportato troppi costi per chi possedeva nell'area edifici in regola, dal momento che si sarebbe dovuto far carico delle spese di urbanizzazione. La nuova ipotesi era quella di ottenere dalla Regione una variante al Piano Paesaggistico Regionale, limando così le divergenze con il Puc. A detta di Sedda le trattative con la Regione sull'argomento erano in fase avanzata, ma ora il rischio è che si debba ricominciare da capo. Ma le partite aperte non finiscono qui: c'è per esempio la questione degli usi civici, con la necessità di trasferire gli ademprivi dalle zone urbanizzate di Torregrande per garantire ai residenti la piena proprietà degli edifici e non manca molto all'entrata nel vivo delle vicende relative al progetto dell'Ivi petrolifera sul campo da golf e le strutture ricettive della zona del Pontile. Al Tar di Cagliari, poi, è in discussione il ricorso presentato dai residenti di via Lepanto contro l'housing sociale.

Il Comune, che ha concesso l'autorizzazione edilizia, ha resistito contro il ricorso ma dentro la maggioranza non tutti sono favorevoli al progetto. Anche in questo caso, senza un assessore che si dedichi al problema a tempo pieno, si rischia il caos.

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