La Nuova Sardegna

Oristano

Rifiuti, è l’ora della contestazione

di Michela Cuccu
Rifiuti, è l’ora della contestazione

Il comitato delle borgate vicine a Masangionis accusa: «Non è un progetto partecipato»

08 febbraio 2020
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ARBOREA. Le critiche maggiori sono arrivate dai sindaci di Arborea, Manuela Pintus, e di Marrubiu, Andrea Santucciu: «Questo non è un processo partecipativo perché ai cittadini non viene data alcuna possibilità di partecipare». Forse la dirigenza del Consorzio industriale e di Legambiente, partner nella fase di valutazione partecipativa, non si aspettava tanta determinazione da parte degli amministratori che ieri, hanno preteso «trasparenza» sul progetto per la realizzazione del biodigestore anaerobico di Masangionis. L’incontro di ieri era stato preparato alla perfezione: al tavolo dei relatori, fra gli altri, il presidente del Consorzio, Massimiliano Daga, il responsabile scientifico di Legambiente Vincenzo Tiana, Federico Valentini del Consorzio italiano compostatori e Michele Zorzi di Bioenergie Trentino, la società che nella regione ha realizzato un impianto come quello che si vorrebbe a Masangionis.

Solo che del progetto sardo si è parlato ben poco: al pubblico, infatti, è stato illustrato l’impianto di Trento e la cosa non è piaciuta agli abitanti delle borgate vicine all’area dove il Consorzio vorrebbe trasformare i rifiuti in compost di alta qualità con un impianto per la produzione di biogas. Ieri sera, si appreso che ancora non c’è un progetto esecutivo per Masangionis che, quando ci sarà, dovrà anche passare per il processo di Valutazione di impatto ambientale.

Il progetto è contestato dalle popolazioni, ma a esso il Consorzio industriale non vuol rinunciare e ieri si è portato dietro un buon numero di operai di Masangionis «creando – come ha fatto notare Renata Angotzi del Comitato per la salute nelle Borgate – un’atmosfera piuttosto tesa». Il Comitato per la salute nelle borgate, dei cittadini che ieri, per voce del presidente Fabrizio Feltri ha sollecitato informazioni più precise, soprattutto per quel che riguarda le emissioni e gli scarichi che eventualmente genererà l’impianto. Argomento spinoso quello delle emissioni, sollevato anche dal segretario di Italia Nostra, Mauro Gargiulo: «Non voglio credere che nell’impianto si brucerà il biogas» e ha aggiunto «non doveva sorgere vicino alle case ma all’interno della zona industriale».

Posizione condivisa dalla sindaca di Arborea, Manuela Pintus: «Se all’epoca fossi stata amministratrice non avrei permesso di realizzarlo in quell’area». Dopo le insistenze degli amministratori e dei tanti abitanti della zona presenti alla riunione, il Consorzio ha annunciato che modificherà la tabella di incontri e riunioni con i cittadini: è questo l’impegno assicurato anche da Vincenzo Tiana di Legambiente.

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