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Il consiglio comunale sposa la battaglia per l’ospedale Delogu
SEDILO. Il consiglio comunale ha approvato la piattaforma di rivendicazioni che il comitato in difesa del Delogu e le amministrazioni del territorio presenteranno alla Regione perché sia ripristinata...
12 febbraio 2020
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SEDILO. Il consiglio comunale ha approvato la piattaforma di rivendicazioni che il comitato in difesa del Delogu e le amministrazioni del territorio presenteranno alla Regione perché sia ripristinata la piena operatività dell’ospedale ghilarzese. L’assemblea ha approvato all’unanimità il documento letto dalla capogruppo Alessandra Spiga, che ha invitato tutti a unirsi alla mobilitazione. «Ci preme che venga formalizzato il passaggio dall’attuale pronto soccorso alla configurazione di punto di primo intervento per tutta la giornata e che siano date ai cittadini risposte soddisfacenti in termini di servizi», ha detto l’amministratrice.
Il focus del dibattito si è poi spostato sulla complessità dei problemi della sanità regionale che stanno portando al collasso anche i due principali ospedali di Oristano e Nuoro. La panoramica fatta in aula è avvilente: si è parlato di grave carenza di personale, di turni massacranti che rischiano di incidere sulla qualità delle prestazioni e sulla sicurezza di pazienti e operatori sanitari, di politiche sempre più sbilanciate a favore della sanità privata. «Non si investe più, ma non si può demandare tutto alla buona volontà e al senso di responsabilità del personale», ha commentato Margherita Cherchi rilanciando la questione della medicina territoriale per cui «Si dovrebbe lavorare per farla decollare: è un sistema quasi a costo zero che, in raccordo con un presidio ospedaliero dotato delle specialità rispondenti ai bisogni della popolazione, assicurerebbe una vera assistenza». (mac)
Il focus del dibattito si è poi spostato sulla complessità dei problemi della sanità regionale che stanno portando al collasso anche i due principali ospedali di Oristano e Nuoro. La panoramica fatta in aula è avvilente: si è parlato di grave carenza di personale, di turni massacranti che rischiano di incidere sulla qualità delle prestazioni e sulla sicurezza di pazienti e operatori sanitari, di politiche sempre più sbilanciate a favore della sanità privata. «Non si investe più, ma non si può demandare tutto alla buona volontà e al senso di responsabilità del personale», ha commentato Margherita Cherchi rilanciando la questione della medicina territoriale per cui «Si dovrebbe lavorare per farla decollare: è un sistema quasi a costo zero che, in raccordo con un presidio ospedaliero dotato delle specialità rispondenti ai bisogni della popolazione, assicurerebbe una vera assistenza». (mac)