La Nuova Sardegna

Oristano

I mamutzones sfilano al carnevale di Venezia

di Maria Antonietta Cossu
I mamutzones sfilano al carnevale di Venezia

Il lunedì grasso una ventina di figuranti parteciperà alla grande kermesse Saranno tra le maschere di altre regioni invitate in laguna dagli organizzatori

14 febbraio 2020
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SAMUGHEO. I mamutzones sbarcano nella patria dei dogi per rappresentare la Sardegna al carnevale più famoso d’Italia. Le maschere antropomorfe della tradizione locale insceneranno i riti dionisiaci sotto i riflettori di tutto il mondo la sera di lunedì grasso sul megapalco allestito in piazza San Marco. Una ribalta già sperimentata dai mamuthones di Mamoiada e dai boes e merdules di Ottana, protagonisti, in veste di ospiti, delle ultime due edizioni. Un filone inaugurato nel 2018, quando l’organizzazione del carnevale di Venezia decise di aprire la celebre kermesse alla partecipazione di sei diverse regioni italiane.

La formula della rotazione è stata ritoccata in seguito all’interesse e al gradimento suscitati dalla presenza della maschera mamoiadina, che sono valsi all’isola un posto fisso tra le rappresentative esterne. «In quel momento si sono resi conto dell’unicità dell’antico carnevale sardo. Attraverso questa tradizione hanno scoperto la storia, la cultura e la bellezza delle nostre maschere, che possono essere truci, ma hanno un’aurea di sacralità che affascina», ha commentato il presidente dell’Unione regionale delle Pro loco durante l’incontro che si è svolto ieri a Samugheo con l’omologo locale Gianni Cau, il sindaco Antonello Demelas e il referente dell’associazione mamutzones de Samugheo, Gianni Mura.

I mamutzones sono attesi il 24 febbraio insieme alle rappresentative veneta, altoatesina, emiliana, calabrese e marchigiana, ma solo alle maschere sarde sarà concesso di scendere dal palco e di coinvolgere il pubblico nella loro rappresentazione della morte e della rinascita, che ripeteranno la mattina di martedì grasso. «Per noi è un rito sacro – ha continuato Raffaele Sestu citando Bachisio Bandinu –. Quando cala la maschera in volto, l’uomo diventa mamutzone. Avviene una trasfigurazione ed è a quel punto che per noi sardi il rito diventa sacro».

Il contrasto fra la maschera tragica che rievoca culti ancestrali e il fasto e l’opulenza del carnevale veneziano è visto da qui come un elemento di forte impatto e un modo per proiettare la tradizione dell’isola in una dimensione internazionale. «È un onore e un privilegio rappresentare la Sardegna su un palcoscenico così prestigioso – ha dichiarato il sindaco Demelas –. È un’occasione per far conoscere la cultura dell’isola e portare fuori dai suoi confini il nome di Samugheo». Saranno una ventina i figuranti che in una laguna invasa da decine di migliaia di turisti e visitatori vestiranno i panni dei mamutzones, di s’urtzu e su omadore danzando sotto il peso dei campanacci.

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