La Nuova Sardegna

Oristano

«Non sentimmo insulti all’ex questore Aliquò»

di Enrico Carta
«Non sentimmo insulti all’ex questore Aliquò»

Tre poliziotti testimoni al processo per il presunto assedio alla Sartiglia del 2018 Gli agenti dicono anche che non videro il camper dell’antidoping oscillare

15 febbraio 2020
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ORISTANO. Nessuno dei poliziotti, ieri testimoni, ha sentito insulti uscire dalla bocca del componidori Antonio Giandolfi rivolti all’ex questore Giovanni Aliquò. Nessuno dei poliziotti, ieri testimoni, ha notato che il camper, in cui si svolgevano i controlli antidoping per i cavalieri della Sartiglia, ondeggiasse tanto da costringere le persone che vi erano all’interno ad abbandonare il camper stesso e quindi a interrompere l’attività che stavano svolgendo. Possibile che i testimoni non avessero un’angolatura giusta per notare questi aspetti, ma sono comunque valutazioni che faranno le controparti del processo che si svolge davanti alla giudice monocratica Francesca Falchi sul presunto assedio all’allora questore Giovanni Aliquò il 13 febbraio del 2018.

Ieri era il giorno dell’anniversario di quei fatti che hanno generato l’inchiesta e il procedimento tutt’ora in corso per cui sono imputati i cavalieri Antonio Giandolfi, Andrea Manias, Andrea Piroddi, Andrea Solinas, Alessio Garau e Gianluca Russo. Il primo è accusato di oltraggio, agli altri cinque vengono contestati la resistenza, le minacce e l’interruzione di pubblico servizio. A testimoniare sono stati chiamati alcuni agenti di polizia che erano in servizio nella zona tra via Ricovero e via Doria, dove il gruppo dei giostranti sosta al termine della corsa delle pariglie. I tre hanno confermato che il clima si era fatto alquanto teso perché c’erano contrasti legati alle modalità con cui si stavano svolgendo le procedure antidoping che, secondo i cavalieri, stavano intralciando lo svolgimento della festa.

La figura centrale di tutto il processo è l’ex questore Giovanni Aliquò, parte civile assistito dall’avvocato Giovanni Maria Giaquinto, il quale sporse denuncia raccontando di essere stato costretto a lasciare il camper assediato dai cavalieri che lo facevano oscillare e che picchiavano sulle pareti facendolo sentire in pericolo. L’accusa è sostenuta dal procuratore Ezio Domenico Basso, il quale ha chiesto ai testimoni se i cavalieri avessero invaso lo spazio interdetto, ottenendo risposta positiva. A proposito degli insulti, rispondendo alle domande degli avvocati difensori Adriano Sollai, Romina Marongiu, Carla Greggiu e Monica Masia hanno tutti e tre detto che si sentivano delle grida, senza però essere in grado di dire da chi queste arrivassero, perché a urlare c’erano tantissimi cavalieri e un numero ancora maggiore di spettatori che, a loro volta, contestavano il questore. Tutti hanno però confermato di non aver sentito insulti o frasi ingiuriose.

Si torna in aula il 10 aprile.

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