La Nuova Sardegna

Oristano

Il sogno di una vita «La maschera magica rende veri i miei sogni»

di Valentina Atzeni
Il sogno di una vita «La maschera magica rende veri i miei sogni»

L’attesa del capocorsa di San Giuseppe, Cristian Matzutzi «Mi sento come un bambino felice al parco giochi»

23 febbraio 2020
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La voce esprime la felicità di chi ha fra le mani il biglietto vincente della lotteria. Cristian Matzutzi è quello che si può definire un uomo realizzato. Trentanove anni, sartigliante dal 2003, parla del coronamento di un sogno rimasto nel cassetto mentre per diciassette volte il carnevale gli passava davanti, da quando, appena ventitreenne, partecipò per la prima volta alla giostra. «Dopo il matrimonio e la nascita di mio figlio, quello di martedì sarà il giorno più importante della mia vita», dice mentre confessa di sentirsi come un bambino felice al parco giochi.

Una passione per i cavalli trasmessa da suo nonno Salvatorangelo quando era ancora molto piccolo, ma poi ha fatto tutto da solo. Fantino autodidatta grazie ai cavalli di famiglia, ha trasformato la passione in lavoro nella penisola come artiere ippico coi cavalli da corsa. Poi il rientro in Sardegna e l’inizio della grande avventura: «Dedico la mia giornata da componidori a chi da sempre mi sostiene e crede in me: la mia famiglia. Ma voglio allargare la dedica ai miei compagni e a tutta la città».

Tutto è iniziato con la scelta da parte del majorale en cabo del gremio dei Falegnami Carlo Pisanu. Il sogno è diventato poi tangibile domenica 2 febbraio, quando i ceri benedetti sono stati consegnati nelle mani di colui che martedì 25 avrà il volto mascherato eppure più conosciuto della città di Eleonora.

«A pochi giorni dalla giostra esprimere a parole l’emozione che si prova è quasi impossibile», ammette Cristian Matzutzi, che ha già coronato il suo sogno ma che ha ancora un desiderio da realizzare: «Vorrei essere riconosciuto come il capocorsa di tutti i cavalieri e durante la mia Sartiglia sentirli davvero uniti e vicini, senza esclusioni».

Ancora non ha deciso a quanti consegnerà la spada per poter tentare l’impresa di infilzare la stella: «Ci penserò lunedì» e si affida al Santo protettore del gremio perché possa assistere non solo lui, ma tutti i centoundici partecipanti. Al suo fianco avrà Andrea Cinus e Graziano Pala, scelti dopo una sola giostra insieme, ma uniti da un’amicizia che si mantiene nel tempo. «Ci conosciamo da sempre, in più Andrea è mio cugino e non potevo chiedere due compagni migliori».

Quando tamburi e trombe faranno sentire i loro suoni in piazza Abis, scelta dal presidente Carlo Pisanu come sede della vestizione, tutto avrà inizio. Sulla mesitta, sa massaia manna e is massaieddas avranno l’importante compito di dare il via alla trasfigurazione, trasformando Cristian Matzutzi nel componidori che da quel momento avrà in mano le sorti del gremio e della giostra. Due le stelle fino a oggi collezionate, almeno altre due quelle desiderate in questo anno che lo vede capocorsa. E chissà che a portargli fortuna non sia proprio il suo anglo arabo sardo, Schizzo, baio di dodici anni, che da anni lo accompagna. Guiderà la corsa, capo indiscusso di una tradizione di secolare memoria. Solo al calar della sera, posata sa pippia ’e maiu e tornato a sa mesitta, potrà scendere da cavallo: «Per me è davvero l’anno della prima volta, non ho mai fatto parte prima della pariglia del capocorsa. Pregherò affinché San Giuseppe mi assista».

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