La Nuova Sardegna

Oristano

Sartiglia, la cinquina perfetta delle ragazze a cavallo: «Passione infinita»

di Eleonora Caddeo
Giorgia Nonnis
Giorgia Nonnis

I loro nomi sono Antonella, Carmen, Elisabetta, Emanuela e Giorgia. Sono il volto femminile della giostra oristanese

25 febbraio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





I loro nomi sono Antonella, Carmen, Elisabetta, Emanuela e Giorgia. Sono il volto femminile della Sartiglia. Cinque e racchiudono altrettante storie, racconti di amore incondizionato per il cavallo e di passione sfrenata per la giostra oristanese di cui sono protagoniste. Amazzoni o meglio cavalieri, come preferiscono essere chiamate senza cercare un’accezione femminile, che raccontano la propria Sartiglia, fatta di amore, tradizione, passione e duro lavoro. Chiamarle quote rosa sarebbe scorretto e poco affascinante, perché se è vero che la Sartiglia è una corsa dal carattere e dalla tradizione maschile, è altrettanto è vero che su centoundici cavalieri quest’anno le donne sono appena cinque; eppure il posto se lo sono guadagnato negli anni, a suon di sfrenate discese alla stella in via Duomo e pariglie spettacolari.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.38509953:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.38509953:1654519213/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

La ventottenne Antonella Rosa, ad esempio, ha passato i due terzi della vita in sella. Da quando aveva sette anni ha corso la sartigliedda, nel Giara Club, per dieci anni. Appena maggiorenne, nel 2010, ha esordito alla Sartiglia con i compagni Antonio Cester e Stefano Garau e quest’anno sarà alla sua undicesima giostra. Salirà in sella a Winner, purosangue inglese di tredici anni, e saranno Andrea Concas e Federico Misura i suoi «due compagni giovani e capaci, con cui posso permettermi una pariglia “volante”. Ma la Sartiglia non è solo quello che vedono gli spettatori: è festa, emozioni e duro lavoro». In mezzo al fluire di emozioni non ha dubbi sul più bel ricordo: «La mia prima e unica stella infilzata con la spada, nel 2017».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.38509951:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.38509951:1654519213/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

La Sartiglia è qualcosa di viscerale anche per Elisabetta Sechi, «cavaliere» come tiene a precisare, di trentotto anni e con sedici giostre alle spalle. Alla Società oristanese di equitazione ha mosso i suoi primi passi, sotto gli occhi di mamma Vanna e papà Guido, grandi appassionati di cavalli. Nel 2010, in sella a City ha coronato il suo sogno, fare su componidori. È la Sartiglia a cui lega i suoi più bei ricordi: «Non avrei potuto desiderare di più» e sottolinea come nelle vesti di capocorsa si sia comportata e abbia trattato le altre donne senza differenze di genere: «Non fa differenza donne o uomini, siamo tutti cavalieri».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.38509952:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.38509952:1654519213/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Emanuela Colombino, componidori nel 2014, la pensa allo stesso modo: «Non c’è differenza, anche su componidori non è né uomo né donna». Quarantacinque anni, un passato nel salto a ostacoli, correrà la sua ventesima giostra in sella a Kimba, cavalla grigia di quattordici anni, affiancata da Rodolfo Manni e Chicco Soddu. Il ricordo più vivido è quello della sua prima stella: «Fu nel 2006 e in quel momento incrociai lo sguardo di mio padre e mi sono messa a piangere».

Ricordi che Giorgia Nonnis, vent’anni e cinque esperienze solo nella Sartigliedda, inizierà da quest'anno il suo viaggio nel magico mondo della giostra degli adulti. Lo farà in sella a Rakhil, anglo arabo di 10 anni, e accompagnata Giancarlo Melis e dal papà Ignazio: «La Sartiglia è una questione di cuore e di famiglia: mio nonno, mio padre e mio cognato mi hanno contagiato la passione. Quest’esordio è nato all'ultimo, quindi non ho avuto il tempo di immaginarmi come sarà». Bellissimo, ovviamente.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.38514758:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.38514758:1654519213/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Venticinque anni, una laurea nel cassetto, la delega di assessora ai Servizi sociali per dovere, amazzone per passione. Carmen Murru  ha esordito nel 2014 con Alessandro Pinna e Aldo Dolenz alla Sartiglia, quest’anno correrà la sua settima giostra con Fabrizio Sanna e Alberto Matta, in sella a Regina, anglo araba sarda di 9 anni. La sua storia con la Sartiglia ha radici ben più profonde. Da quando aveva sette anni sino a diciassette, ha corso la Sartigliedda, dove è cresciuta come cavaliere, facendo esperienza e guadagnandosi la fiducia dei più esperti. L’avvicinamento al mondo dei cavalli è stata una questione di famiglia. «È tutta colpa di mio zio Giuseppe Virdis – racconta sorridendo –. Ora è fantino a Pisa, ma quando ero piccola che fu lui a dirmi di provare con l’equitazione perchè mi sarei divertita». Aveva ragione.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative