La Nuova Sardegna

Oristano

Una giostra a misura di turista

Una giostra a misura di turista

Il calendario della due-giorni si infittisce di eventi per attirare sempre più ospiti

23 febbraio 2020
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ORISTANO. Oggi è il gran giorno, la Sartiglia della riappacificazione, dopo quello del riscatto del 2019.

Riappacificazione tra cavalieri e Fondazione, tra cavalieri e Gremi (tranne qualche rara eccezione) e soprattutto tra la città e il suo momento di identità più forte. Da ieri tutta Oristano era percorsa da iniziative, manifestazioni, appuntamenti legati in qualche modo alla giostra più famosa.

Ortau e pop corn, zippole ma anche il preparato, quello originale americano, per farsi in casa la velvet cake: ha sembianze sempre più cosmopolite, il “Villaggio Sartiglia” che, istituito qualche anno fa con il nobile scopo di far conoscere meglio le tradizioni del carnevale oristanese, sta diventando sempre più simile ad una fiera campionaria.

Certo, nella vasta area fra piazza Cova e via Diego Contini, non mancano l’artigianato locale e i gruppi in costume di ispirazione medioevale e che riportano all’epoca Giudicale, ovvero Gli arcieri “Funtana Onnis” di Guasila; i “Balestrieri Castel Castrum” di Cagliari e “Le Fruste del Campidano di Monserrato (che hanno anche il merito di aver messo nel loro stand, legato al tradizionale carretto un cavallo di legno, cosa sicuramente gradita per gli animalisti).

Sartiglia sempre più a misura di turista, il che non è male se si considera che da decenni la città di Eleonora confida nella giostra medioevale quale miglior veicolo pubblicitario per conquistare vacanzieri in tutte le stagioni. Loro, i turisti, sono arrivati. Intorno alle dieci del mattino, ieri già si potevano notare le piccole comitive che si facevano accompagnare dalle guide della Fondazione nei luoghi più caratteristici del centro storico.

Turisti stranieri e della Penisola che, armati di telefonini e macchine fotografiche digitali, ieri riprendevano incuriositi lo scherzoso corteo della Sartillu a moenti, probabilmente senza capire una parola del comico proclama recitato, ovviamente in limba, da un improbabile banditore vestito da donna. Gli organizzatori, che puntano a superare il record delle 120mila presenze in tre giorni, hanno trasormato la città a misura di turista, con info point sistemati nei punti strategici del percorso ma anche tanti servizi, compresi i 50 bagni chimici collocati nei punti di solito più frequentati. Anche le vetrine dei negozi parlano di Sartiglia, con esposti i ricchi costumi tradizionali, i gioielli, le maschere dei cavalieri e ovviamente, le immancabili rosette di raso. La caratteristica di festa adatta a tutti si ripete in ogni manifestazione complementare e la cosa, funziona. Tanto infatti l’interesse, (anche per gli spettatori locali), degli allestimenti di Mediterranea, la rassegna dell’artigianato e dell’agroalimentare di qualità che la Camera di Commercio ha inaugurato ieri in tre luoghi simbolo di Oristano: il Teatro san Martino, Palazzo Carta e Palazzo Paderi, subito presi d’assalto dai visitatori.

Nel segno della tradizione, anche i menù proposti dai ristoratori che ovviamente, confidano in queste giornate per registrare buoni incassi.

Alla Sartiglia però, un ruolo importante lo svolgono gli ambulanti: i punti strategici del centro storico che già dalle prime ore del mattino di ieri erano presidiati dagli arrostitori e dai venditori dei più apprezzati street food, ovvero, i panini farciti di salsiccia e carne alla brace, patatine ma anche zippole, sebadas, frati fritti e bombe alla crema, preparate rigorosamente al momento.

Mangiare ma anche bere: molto spazio infatti è stato riservato alle birre artigianali e ai vini locali, in testa la Vernaccia, indiscusso testimonial di ogni Sartiglia.

Alcolici che tuttavia, come stabilisce l’ordinanza firmata dal sindaco, non potranno essere venduti la notte, dopo le 23 e fino alle sette del mattino successivo. Misura adottata nel segno della prevenzione dopo che nel passato, tanti, soprattutto giovani e giovanissimi, erano finiti in ospedale per coma etilico.

Michela Cuccu

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