La Nuova Sardegna

Oristano

Oncoematologia, si cambia giudice

Oncoematologia, si cambia giudice

Passa alla sezione Lavoro il caso della paziente a cui sono state sospese le cure

01 marzo 2020
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ORISTANO. Sarà il giudice del Lavoro, Salvatore Carboni, a esaminare il caso della signora di 77 anni che non può sottoporsi a chemioterapia perché non in grado di affrontare continue trasferte fino all’ospedale di Nuoro. La nomina del nuovo magistrato da parte del presidente del tribunale è stata decisa a seguito del rigetto del giudice civile che si era dichiarato non competente sul provvedimento d’urgenza presentato diversi giorni fa dalla signora, attraverso l’avvocatessa Rossella Oppo.

L’intervento del giudice potrebbe consentire alla signora, che da quasi quattro mesi sta curando solo in parte un grave mieloma, di ottenere le cure con i farmaci innovativi al reparto di Oncoematologia dell’ospedale san Martino che non dispone dell’autorizzazione regionale per prescrivere e infondere farmaci antitumorali innovativi. Da qui l’obbligo per tutti i pazienti che necessitano di questi particolari medicinali di rivolgersi ai centri autorizzati fuori provincia che invece, dispongono di queste autorizzazioni.

La vicenda era diventata di dominio pubblico a seguito della denuncia di Adiconsum, Ail e delle associazioni Le belle donne e Komunque donne, che si sono anche costituite nel procedimento avviato presso il tribunale. Ora sarà il giudice del Lavoro a decidere se autorizzare o meno l’ospedale a somministrare il farmaco, anche in assenza dell’autorizzazione. Una vicenda che ha dell’incredibile, se si considera che dal 2013 l’Assl aveva chiesto alla Regione di poter trasformare in struttura complessa l’ambulatorio di Oncoematologia, che funziona da otto anni e assiste centinaia di pazienti. Questa novità permetterebbe ai pazienti della provincia di potersi curare senza dover affrontare i disagi delle lunghe trasferte.

Di recente però lo stesso direttore generale dell’assessorato, nel corso di una audizione in commissione Sanità aveva sostenuto che quello del san Martino non fosse un reparto, ma appunto un ambulatorio. Parole che hanno avuto l’effetto di una doccia fredda anche per i consiglieri regionali dell’Oristanese che erano presenti all’audizione. (m.c.)

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