La Nuova Sardegna

Oristano

Doping assieme alla droga, scatta una nuova indagine

di Enrico Carta
Doping assieme alla droga, scatta una nuova indagine

Tra i dodici arrestati di martedì c’era chi trafficava anche medicinali proibiti Anabolizzanti, fiale per ossigenare il sangue e diuretici da spacciare in palestra

06 marzo 2020
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ORISTANO. In strada o nel garage trasformato in deposito in vico Tirso, la cocaina e la marijuana. In palestra, le pastiglie e le fiale per gonfiare i muscoli e migliorare le prestazioni. Nel mix fatto di droga, fuoco e pestaggi dell’operazione “Drug & fire” c’era anche qualcos’altro di molto pericoloso e slegato rispetto al classico mondo dello spaccio. Dall’indagine chiusa qualche giorno fa con dodici arresti, nasce un nuovo filone d’inchiesta su cui i carabinieri della Compagnia di Oristano guidati dal capitano Francesco Giola e coordinati dal sostituto procuratore Andrea Chelo dovranno fare luce. L’ombra del doping si affaccia in maniera prepotente anche sul mondo di chi dovrebbe avere in grande conto la cura del fisico e invece rischia la salute per qualche millimetro di circonferenza muscolare in più.

Assieme alla droga – poca peraltro, perché la maggior parte delle azioni di spaccio che hanno portato agli arresti è documentata dalle intercettazioni portate avanti per un anno – è stata sequestrata anche una quantità non trascurabile di farmaci proibiti. L’ombra del doping si allunga quindi sul mondo di alcune palestre oristanesi o, semplicemente, su chi all’interno di qualche palestra magari lavorava oppure andava solamente a ingrossare e definire la propria massa muscolare. È infatti inevitabile fare il collegamento tra i farmaci dopanti ritrovati e il mondo dello sport dalla faccia sporca, praticato con tutta probabilità a livelli nemmeno troppo alti o addirittura non agonistici.

Durante le perquisizioni, che hanno portato in carcere gli oristanesi Lara Pinna, 21 anni, Matteo Zucca, 33 anni, Francesco Spanu, 34 anni, Angelo Erdas, 68 anni, Davide Melis, 28 anni, Fabio Orrù, 32 anni, Sandro Mele, 30 anni, i santagiustesi Alice Camedda, 34 anni, Alessandro Casu, 42 anni, e Cristian Vacca, 19 anni, e ancora Giovanni Antonio Migheli e Patrizio Demartis, zio e nipote di 47 e 22 anni di Fordongianus, i carabinieri hanno infatti sequestrato anche 12 fiale e 268 compresse di farmaci vietati e contrassegnati dal cerchietto rosso sbarrato con la scritta “doping”.

Il campionario era vasto e anche insolito perché le dodici fiale che contenevano un anabolizzante, evoluzione dell’eritropoietina, servivano per ossigenare il sangue. Tra le pastiglie, a parte un numero notevole di altri steroidi, c’erano anche diuretici o farmaci che modificano il metabolismo favorendo lo sviluppo dei muscoli, ma che ovviamente possono portare dei danni collaterali pericolosissimi, come ad esempio quelli che usano i pazienti con carenze tiroidee. Ovviamente sono tutti medicinali che utilizzati su persone senza problemi di salute possono avere delle ripercussioni anche molto serie sul fisico e generare malattie.

Non è la prima volta che a Oristano vengono sequestrati anabolizzanti. Lo stesso Fabio Orrù, in passato e prima della precedente misura di custodia cautelare di qualche mese fa, ne era stato trovato in possesso. Ora gli inquirenti devono cercare di ricostruire il percorso che questi anabolizzanti facevano per arrivare sino a Oristano e poi capire in che palestre venivano distribuiti sottobanco oppure se lo spaccio delle sostanze dopanti avvenisse al di fuori dei luoghi per i quali viene più logico fare riferimento.

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