La Nuova Sardegna

Oristano

Caos negli ambulatori, troppi anziani in fila

di Valentina Atzeni
Caos negli ambulatori, troppi anziani in fila

Gli specialisti di medicina generale lanciano l’allarme: «Contingentare le visite» Proteste per i pochi presìdi. La Assl: mascherine, decide la Protezione civile

13 marzo 2020
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ORISTANO. Un delirio. È così che veniva descritta la situazione negli ambulatori, almeno fino all’ultimo decreto ministeriale. E se i giovani ne hanno ormai percepito la gravità e rispettano le disposizioni che prevedono di restare il più possibile dentro casa, a sottovalutare la situazione sono proprio i più indifesi: gli anziani.

Forse convinti che dopo aver superato la guerra niente li possa colpire, continuavano imperterriti a occupare le seggiole degli ambulatori medici, anche se poste a debita distanza le une dalle altre.

«Ho 1500 pazienti, dei quali mille sono anziani, e nonostante le disposizioni precise si recano in ambulatorio. Far cambiare le abitudini a chi ha una certa età è molto complicato – afferma un medico di servizio a Solarussa, Siamaggiore e Zerfaliu – la sera prima dell’ultima restrizione si sono presentate ben venti persone, tra cui un paziente con la tonsillite che avrebbe invece dovuto telefonare piuttosto che arrivare in ambulatorio senza preavviso».

Stesso discorso a Cabras: «Ho dovuto rimproverare gli anziani perché continuavano a fare gruppo ma soprattutto si presentavano per chiedere la prescrizione per la verifica del colesterolo o per una visita oculistica. Richieste del tutto prive di logica in un momento come quello attuale».

I telefoni dei dottori di famiglia squillano di continuo, tantissime le richieste, spesso non relative al virus, utili soprattutto a intasare una linea telefonica già satura.

E non a caso anche il segrertario provinciale della federazione dei medici di Famiglia Alessandro Usai e il presidente dell’Ordine dei medici di Oristano Antonio Sulis hanno chiesto nuove regole per disciplinare l’accesso dei pazienti negli ambulatori.

«Perdurando la mancata distribuzione da parte dell’Assl dei presidi di protezione individuale (mascherine ffp2-3, occhiali, guanti e camici monouso ecc.) i medici di famiglia e di continuità assistenziale della Provincia per contrastare l’espansione dell’epidemia di coronavirus tra la popolazione e tra gli operatori della sanità, seguiranno le seguenti indicazioni procedurali:  l’accesso alla sala d’attesa dello studio medico e dei locali della guardia medica, per qualunque motivo avvenga (necessità di visita o di prescrizioni), sarà consentito ad un paziente per volta non febbrile e senza sintomi respiratorio,  le visite domiciliari, sottoposte ad attento triage telefonico, sono sospese sia per la medicina di famiglia che per la guardia medica e saranno effettuate soltanto quelle che verranno giudicate come estremamente urgenti in pazienti non febbrili e senza sintomi respiratori (per questi verrà attivato il 118). Ieri proteste per l’assenza dei presidi sanitari di protezione sono arrivate anche dai dipendenti delle ditte esterne che operano al San Martino e che si occupano del trasporto dei malati. La risposta della Assl arriva subito: «I presidi di protezione per i medici di medicina di base saranno forniti dalla Protezione civile, non da noi, è a loro che ci si deve rivolgere. È la stessa Protezione civile che ci invia, in misura contingentata gli strumenti di protezione». Difficoltà per i pazienti allettati, impossibile fare una visita domiciliare. Ancora una volta l’appello è al buonsenso, perché il numero dei posti letto di terapia intensiva è limitato.

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