La Nuova Sardegna

Oristano

la protesta di un paziente 

Malati cronici costretti a recarsi in ospedale per i medicinali

di Michela Cuccu

ORISTANO. Malati cronici, protetti dal rischio contagio, ma solo a metà. È una vicenda che fa riflettere, quella segnalata da un diabetico di Terralba, Giampaolo P.: «Hanno prorogato i piani...

15 marzo 2020
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ORISTANO. Malati cronici, protetti dal rischio contagio, ma solo a metà. È una vicenda che fa riflettere, quella segnalata da un diabetico di Terralba, Giampaolo P.: «Hanno prorogato i piani terapeutici, ma contemporaneamente ci costringono a recarci in ospedale, per ritirare personalmente, le striscette per il gluocometro». Giampaolo Pani ha scritto una lettera all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, chiedendo di intervenire modificando le disposizioni, ad esempio, estendendo la possibilità dell’invio telematico delle richieste, così come già avviene con le ricette mediche.

«Ho contattato telefonicamente l’ambulatorio di Diabetologia del San Martino e mi è stato risposto che per le striscette devo andare in ospedale – racconta il paziente –. A questo punto mi chiedo: a cosa serve la proroga dei piani se comunque bisogna andare materialmente in ambulatorio per avere il materiale diagnostico di controllo? Credo che il problema riguardi un notevole numero di pazienti molti dei quali, me compreso, potrebbero non sopravvivere al contagio per la presenza di altre importanti patologie».

Il problema sollevato dal Giampaolo P. mette in luce tutte le carenze che riguardano le misure finora adottate per difendere dal rischio di contagio le persone che soffrono già di altre patologie. Anche i medici sono esposti al rischio di contagio. È di questi giorni la richiesta del segretario provinciale della federazione dei medici di Famiglia, Alessandro Usai e del presidente dell’Ordine dei medici di Oristano, Antonio Sulis, per sollecitare nuove regole per disciplinare l’accesso dei pazienti negli ambulatori. Ai medici infatti, l’Assl non ha ancora fornito indispensabili presidi di protezione individuale come mascherine ffp2-3, occhiali, guanti e camici monouso.

Da qui la decisione di adottare una serie di procedure negli ambulatori: l’accesso alla sala d’attesa dello studio medico e dei locali della guardia medica, per qualunque motivo avvenga, viene consentito a un paziente per volta non in stato febbrile e senza sintomi respiratori; le visite domiciliari, sottoposte ad attento triage telefonico, sono sospese sia per la medicina di famiglia che per la guardia medica e vengono effettuate soltanto quelle che verranno giudicate come estremamente urgenti in pazienti non febbrili e senza sintomi respiratori, per i quali, invece, verrà attivato il 118.

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