La Nuova Sardegna

Oristano

Due casi sospetti, 36 ore isolati

di Enrico Carta
Due casi sospetti, 36 ore isolati

Allarme dei medici per le procedure: i pazienti costretti a sostare in una sala del Pronto soccorso

17 marzo 2020
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ORISTANO. Due pazienti e altrettanti casi sospetti. La notizia non ci sarebbe visto che poi i tamponi sono risultati negativi, se non fosse che per un giorno e mezzo, in attesa proprio dell’esito del test, quelle due persone sono rimaste in degenza in una sala del pronto soccorso dell’ospedale San Martino rischiando di far saltare l’intero reparto. Quello spazio prima dell’emergenza coronavirus veniva riservato ai pazienti in osservazione breve all’interno dello stesso reparto e ora, in attesa che la direzione dell’Assl prenda una decisione, viene utilizzato come sala in cui vengono sistemati i casi sospetti, dal momento che la tenda allestita all’ingresso dell’ospedale può ospitare un unico paziente e ha anche la funzione di filtro prima dell’eventuale ingresso in pronto soccorso.

I due malati con sintomi respiratori gravi sono arrivati in ospedale domenica mattina e solo ieri sera attorno alle 19.30, quando l’esito del tampone è stato comunicato, sono stati assegnati ad altri reparti. Per 36 ore, quindi, sebbene si trovassero in una zona isolata rispetto alle altre, sono stati comunque molto prossimi a medici e infermieri che proseguivano con la loro attività quotidiana fatta, fortunatamente, anche di casi meno allarmanti. Quando l’esito è stato comunicato, tutto il personale che era stato in servizio al pronto soccorso nell’ultimo giorno e mezzo ha tirato un sospiro di sollievo e ora attende la decisione già sollecitata ai vertici dell’azienda affinché scelga un luogo più isolato in cui sistemare i pazienti in attesa dell’esito del tampone.

In mezzo al mare in tempesta ci sono però anche le notizie positive che comunque arrivano e fanno tirare un sospiro di sollievo. I due malati oristanesi stanno meglio, in particolare la signora che era rimasta contagiata e che ha fatto rientro a casa già da sabato pomeriggio, dopo aver trascorso qualche giorno di ricovero. Resta invece ancora in ospedale il paziente 1 ovvero l’agente di commercio che per primo era risultato positivo al coronavirus. Eppure anche per lui i bollettini medici degli ultimi giorni vanno nella direzione dell’ottimismo. Le sue condizioni, per quanto ancora sia presto per dichiararlo fuori pericolo, migliorano costantemente. La degenza per lui dura dal 7 marzo, giorno del ricovero in terapia intensiva all’ospedale di Sassari, dopo una trafila che aveva generato notevoli polemiche perché il malato era transitato – «inviato dal medico di base», aveva spiegato l’avvocato Gianfranco Siuni – in uno studio medico privato per effettuare una radiografia.

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