La Nuova Sardegna

Oristano

All’orizzonte l’incubo spiagge deserte

di Valentina Atzeni
All’orizzonte l’incubo spiagge deserte

Cabras, le paure per i mancati introiti dalla stagione estiva. Si spera nella Regione

19 aprile 2020
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CABRAS. Mancano due mesi alla stagione estiva e, se in tempi normali, l’amministrazione sarebbe stata già in fermento per far sì che spiagge e servizi fossero pronti per l’arrivo dei turisti, quest’anno ancora non si ipotizzano camminate sui chicchi di quarzo delle spiagge del Sinis, ma si percorrono tragitti meno sicuri sulle sabbie mobili del coronavirus. Le incertezze sono parecchie e i risultati raggiunti lo scorso anno grazie alla nuova organizzazione dei parcheggi e alla tassa di soggiorno oggi sembrano solo un miraggio.

«Dobbiamo salvare il salvabile» dice il sindaco Andrea Abis, che non perde la speranza in una ripartenza, anche se certamente molto lenta e comunque con regole ancora più stringenti.

«La serrata ha paralizzato il mondo, quindi anche Cabras, ma faremo la nostra parte con la manutenzione nei litorali. Parlare di programmazione in un momento come questo sarebbe paradossale, l’emergenza viene prima di ogni altra cosa, perciò se avremo una tregua la priorità andrà agli eventi estivi tradizionali».

Il paese lagunare è fra quelli che traggono maggiori entrate proprio dalla stagione calda, grazie ai chilometri di coste e all’archeologia, che portano a Cabras migliaia di visitatori. E se oggi non vi sono turisti in arrivo all’aeroporto di Cagliari che possano vedere la gigantografia delle statue di Mont ’e Prama e lasciarsi attrarre dalla terra dei giganti, la speranza è che sia solo tutto rimandato e nemmeno di troppe settimane: «Potrebbe essere un’idea quella di fare una campagna per convincere le persone a non rinunciare alla loro vacanza nel nostro territorio, ma rimandarla a settembre e ottobre. Ora la questione prioritaria però sta nel capire quante persone arriveranno in Sardegna e quante saremo capaci di ospitarne nelle nostre spiagge. La conseguenza più estrema potrebbe essere quella di adottare il numero chiuso».

Secondo il primo cittadino dovrà essere prima di tutto la Regione a gestire bene la fase della ripresa, non sottovalutando il settore dei trasporti, ma ponendo allo stesso tempo molta attenzione sul controllo degli ingressi in Sardegna, in modo da garantire la sicurezza sanitaria ed evitare un precipitare dell’emergenza che sinora, per lo meno in provincia.

Altro problema riguarda le risorse, ancor più marcato perché Cabras aveva la tassa di soggiorno: le spese ci saranno, ma se le entrate saranno ridotte, il Comune rischia di non riuscire a chiudere i bilanci. «So che la Regione ha in mente una manovra finanziaria per sostenere i Comuni che avranno grosse perdite a seguito della pandemia – ha detto il sindaco Abis –, ma ancora non abbiamo avuto dettagli sull’ammontare dei finanziamenti».

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