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Un documentario per ricordare il partigiano Antonio Feurra

Un documentario per ricordare il partigiano Antonio Feurra

SENEGHE. Antonio Feurra, classe 1893, tra i fondatori della prima cellula partigiana romana, pagò con la vita la sua opposizione al nazifascismo. Della vicenda umana del partigiano, prima torturato...

25 aprile 2020
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SENEGHE. Antonio Feurra, classe 1893, tra i fondatori della prima cellula partigiana romana, pagò con la vita la sua opposizione al nazifascismo. Della vicenda umana del partigiano, prima torturato per giorni e poi fucilato dai nazifascisti il 31 dicembre del 1943 a Forte Bravetta, dove venivano interrogati gli oppositori del regime, oggi rimangono una via a lui intitolata in paese e il nome scritto su una lapide nel museo romano di via Tasso, insieme a quelli di altri eroi della Resistenza.

Qualche anno fa l’associazione culturale Perda Sonadora, ha redatto un progetto finalizzato alla ricostruzione della storia di Feurra, anche alla luce delle vicende politiche che vedono il piccolo centro del Montiferru assumere un importante ruolo nell’ascesa del fascismo in Italia. Il progetto, del quale è stato predisposto un interessante trailer, alla cui realizzazione avevano aderito diversi sponsor istituzionali e privati, salvo poi tirarsi indietro, si avvale di testimonianze e documenti d’archivio inediti, tra cui un’intervista a Walter Riva, figlio di Raffaele compagno del Feurra e cofondatore del GAP di Montesacro, il quartiere nel quale il gruppo operava e del quale il partigiano seneghese era il comandante.

Antonio Feurra, a causa delle sue idee antifasciste, a metà degli anni ’20 del secolo scorso, aveva lasciato il paese, dove, in quegli anni, vivevano due importanti esponenti del regime. A Roma conobbe Lavinia Angelucci, la donna che divenne sua moglie e con la quale aprì una bottega di frutta e verdura nel quartiere di Montesacro. Il 21 dicembre del 1943, probabilmente a causa di una soffiata, venne arrestato e portato nella prigione di Via Tasso e dopo dieci giorni di detenzione, condotto a Forte Bravetta e fucilato.

Della sua morte i parenti rimasti a Seneghe furono informati dieci mesi dopo, e, a causa dell’ostilità da parte di chi amministrava in quegli anni nel paese, non furono poche le difficoltà opposte al riconoscimento dell’importanza storica della figura di Feurra.

Il documentario, la cui regia sarà curata da Luca Manunza e Mario Cubeddu, avrà come protagonisti il nipote del partigiano e l’ultimo segretario del Circolo Antonio Feurra. I due ripercorreranno le tappe principali in cui si sono svolte le sue vicende, passando da Forte Bravetta fino al cimitero del Verano. (pi.maro.)

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