La Nuova Sardegna

Oristano

Termodinamico, appello all’impresa

Termodinamico, appello all’impresa

Il Comitato chiede di rinunciare ai ricorsi e di destinare le spese legali alla Caritas

08 maggio 2020
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ORISTANO. Una proposta definita “ragionevole” per evitare spese, lungaggini e costi inutili, e l’occasione per compiere anche un gesto a favore delle comunità locali. Il portavoce del comitato per la salute, “San Quirico - Tiria”, Antonio Ignazio Garau ha scritto una lunga lettera all’amministratore della società che avrebbe voluto realizzare l’impianto, l’altoatesino Peter Hochkofler, nella quale si chiede di posare le armi, simboliche e solo legali, e di donare alle comunità le spese che comunque la società avrebbe dovuto affrontare per l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, dopo la bocciatura anche davanti al Tar del suo progetto per il solare termodinamico a San Quirico. Adesso i termini per i ricorsi sono sospesi causa coronavirus e per questo Garau scrive e presenta quella che chiama una “proposta ragionevole”, basata su cinque punti, dettagliatamente illustrati. «Si tratta di una proposta vecchia di 8 anni e ormai superata tecnologicamente – scrive Garau – da altre ben più convenienti. La ricerca di nuove tecnologie nel campo del solare a concentrazione ha fatto e sta compiendo passi da gigante, giungendo a dei risultati significativi e lusinghieri di cui – per ovvie ragioni cronologiche – il progetto della San Quirico Solar Power non tiene conto. Inoltre l’attuale crisi avrà un impatto negativo sulle rinnovabili. Inoltre, come ha detto l’ex sindaco Tendas non sono stati correttamente valutati i legittimi interessi contrapposti; il paesaggio rurale e gli insediamenti urbani diffusi di San Quirico e Tiria non meritano il peggioramento qualitativo che la realizzazione dell’impianto inevitabilmente comporterebbe, né gli abitanti della zona meritano di vedersi deprezzati i loro immobili in un range compreso tra il 18 % e il 9 % annui (la stima è prudente e da Lei stesso certificata). E dei danni che subirebbero le attività economiche (l’agriturismo, l’agrimacelleria, le aziende produttrici in biologico), che dire? E del consumo di suolo, del peggioramento complessivo della qualità dell’aria e, più in generale, della qualità della vita degli abitanti delle due borgate? Inoltre c’è incompatibilità dell’impianto con le nuove linee guida per le bioenergie. Una parte significativa delle 15.500 tonnellate/annue di biomassa necessaria al funzionamento dell’impianto proposto dalla San Quirico Solar Power non solo non valorizza la filiera corta, ma risulta essere di provenienza extra-regionale. E come se non bastasse a casa vostra, in Alto Adige, sono previste delle forti restrizioni per il fotovoltaico e per il solare termico a terra. Le chiediamo di valutare la possibilità che la società da Lei rappresentata rinunci alla presentazione del ricorso al Consiglio di Stato e ritiri la causa civile intentata contro il Comune. Perchè non individuare in Sardegna un’altra area compatibile con l’ubicazione dell’impianto (abbondano le aree industriali e le zone P.I.P. inutilizzate e, purtroppo, anche quelle già degradate), aggiornando il progetto? E poi perchè non destinare le spese legali all’acquisto di materiale per l’ospedale e la Caritas? Noi metteremo i soldi che il Tar vi ha condannato a pagarci».(g.cen.)

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