La Nuova Sardegna

Oristano

interviene Dedoni 

«I consiglieri regionali fermino il sacco della sanità»

ORISTANO. Privata e basata sui grandi presidi ospedalieri? No, grazie. L’idea è esattamente l’opposta. Il messaggio è chiaro e arriva da chi con la sanità ha avuto a che fare direttamente per anni. L’...

12 maggio 2020
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ORISTANO. Privata e basata sui grandi presidi ospedalieri? No, grazie. L’idea è esattamente l’opposta. Il messaggio è chiaro e arriva da chi con la sanità ha avuto a che fare direttamente per anni. L’ex consigliere regionale dei Riformatori, Attilio Dedoni, spara a zero sulla riforma della giunta Pigliaru e sull’inconsistenza della giunta Solinas, in particolare dei rappresentati dell’Oristanese in questa consiliatura regionale in cui l’andamento per la sanità locale si confermerebbe negativo.

L’analisi parte dalle semplici, ma quanto mai indispensabili evidenze sulla situazione geografica e demografica. Il quadro entro cui si colloca la sanità oristanese è quello di una miriade di piccoli paesi, spesso distanti o mal collegati con il capoluogo e ancor più lontani dai due poli di Cagliari e Sassari. Nonostante ciò, Attilio Dedoni sottolinea come il territorio stia vivendo un depauperamento costante e uno svilimento del ruolo delle proprie strutture sanitarie. Viene quindi rilanciata l’idea che, accanto a un sistema ospedaliero di alto livello e incentrato sulla qualità e sulla specializzazione ad alto livello del personale, ne serva uno che curi «il rapporto col territorio, offrendo distretti sanitari territoriali assistiti da presidi di piccoli ospedali e poliambulatori che consentono anche di razionalizzare l’utilizzo dei pronto soccorso».

Secondo Attilio Dedoni, il problema maggiore in questo momento è che la sanità oristanese passa ancora una volta in secondo piano, nonostante siano cambiati i protagonisti per cui ci si trova di fronte «al sacco dell’ospedale San Martino, all’espoliazione dei presidi ospedalieri di Ghilarza e Bosa, all’abbandono a se stesso del poliambulatorio di Ales», il tutto di fronte alla presenza attonita e abulica dei rappresentanti politici locali, che evidenziano un comportamento indecifrabile per non dire assente, con ruoli da combattenti su retroguardie».

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