La Nuova Sardegna

Oristano

San Martino senza pace: adesso mancano i medici

di Eleonora Caddeo
San Martino senza pace: adesso mancano i medici

Riparte l’attività specialistica, ma preoccupano gli organici sottodimensionati Allarme dell’Ordine: ci sono carenze pesanti in tantissimi reparti

18 giugno 2020
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ORISTANO. Sono iniziate a rilento e con grandi difficoltà per personale e pazienti le visite specialistiche intramoenia e da lunedì, eccezion fatta probabilmente per le gastroscopie e le colonscopie, riprenderanno anche in quasi tutti i reparti dell’ospedale interrompendo così l’attesa per gli interventi chirurgici programmati e interrotti forzatamente nella fase di emergenza.

Dopo i mesi di serrata per la pandemia, l’ospedale San Martino prova a ripartire con l’attività ordinaria, ma l’emergenza sembra non avere fine. Ora lo spauracchio è un nemico con cui la struttura sanitaria ha iniziato a convivere da tempo, la carenza di personale. Ad annunciare la fine dell’attesa per l’attività specialistica e chirurgica è il presidente provinciale dell’Ordine dei medici, Antonio Sulis, che rappresenta un quadro generale di grande difficoltà che attanaglia il nosocomio cittadino, ma che è il riflesso di una sofferenza di tutto il distretto socio sanitario.

«Alcuni specialisti hanno già ripreso l’attività – spiega Sulis – e da lunedì ci sarà una ripresa generale del servizio intramoenia e degli interventi programmati. Si tratta comunque di un’operatività in una situazione straordinaria, dove protocolli di sicurezza e linee guida complicano la ripartenza. Una situazione aggravata da una carenza di personale generale e che nei prossimi mesi potrebbe peggiorare ulteriormente».

Se sul fronte pandemia si può iniziare a tirare un respiro di sollievo, anche alla luce di una ripresa dell’attività normale per il laboratorio analisi del San Martino, torna l’emergenza quotidiana della carenza di personale nei servizi e nei reparti dell’ospedale. La crisi nera al San Martino, iniziata lo scorso anno con la carenza di medici per la Cardiologia e il servizio di Emodinamica, per cui si era paventata la chiusura nei mesi estivi, sembra non trovare ancora soluzione.

Proseguono le difficoltà per Anestesia e rianimazione, nonostante l’arrivo di due medici, e per Chirurgia. A questi servizi si aggiungono gli aspetti critici per il Pronto soccorso, il Laboratorio analisi e la Radiologia. «La carenza di personale dei servizi rispecchia quella dei reparti dove mancano i primari – prosegue Sulis –. Mesi fa sono andati in pensione tre colleghi e non sono stati sostituiti, e a breve ne andranno in pensione altrettanti».

I primari già pensionati e non sostituiti sono quelli di Pronto soccorso, Chirurgia e Pediatria, a cui potrebbero sommarsi a breve i responsabili di Ginecologia, Ematologia e Medicina. Non tira aria migliore nemmeno nei servizi territoriali e tra i responsabili del distretto secondo quanto sottolinea Antonio Sulis. «Nel servizio prevenzione sono andati in pensione cinque colleghi e non sono stati sostituiti, un problema che sarà ancora più pesante durante la prossima campagna di vaccinazione, dove i medici dell’Igiene pubblica sono quelli più impegnati. Senza contare che da mesi siamo senza i responsabili di distretto per Oristano e Ghilarza».

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